“Non volevo uccidere, penso a quel ragazzo tutti giorni”

“Non volevo uccidere, penso a quel ragazzo tutti giorni”



“Non volevo uccidere, penso a quel ragazzo tutti giorni”

ANCONA – «É stata una disgrazia, penso tutti i giorni a quel ragazzo, vorrei essere stato io al posto suo ma non voglio pagare per quello che non fatto perché non lo volevo uccidere». Queste le dichiarazioni spontanee rese oggi in tribunale, in Corte d’Assise, da Fatah Melloul, 28 anni, l’algerino accusato di omicidio volontario aggravato per aver ucciso un 23enne albanese, Klajdi Bitri, con un fucile da sub a Sirolo. Il delitto si consumò il 27 agosto 2023, in via Cilea. Melloul è a processo dopo il rinvio a giudizio deciso a giugno scorso dal giudice Alberto Pallucchini. In tribunale è arrivato scortato dalla polizia penitenziaria perché dopo il delitto è detenuto nel carcere di Bologna. La pubblica accusa, con il pm Marco Pucilli), la difesa, rappresentata dall’avvocato Davide Mengarelli, e le parti civili, con l’avvocato Marina Magistrelli per i familiari della vittima, hanno rinunciato a sentire i testi ed è stata ammessa solo l’audizione del fratello della vittima, ma non sui fatti accaduti, solo relativamente all’aiuto economico che Bitri apportava con il proprio stipendio, da 1.800 euro, a lui e ai genitori in Albania, e le dichiarazioni spontanee dell’imputato.

L’arrivo di Fatah Melloul in carcere | GUARDA IL VIDEO

Melloul ha parlato per oltre mezz’ora rivolgendosi alla Corte spiegano di essersi difeso da un accerchiamento. «Erano in tre contro di me, ho preso pugni, calci, insulti, non sapevo cosa altro potevano farmi. Sono stato aggredito per primo». L’imputato ha sottolineato come stava vivendo un periodo felice della sua vita con la propria fidanzata (presente quel giorno a Sirolo) «non lo avrei mai compromesso per un litigio stradale, sono un essere umano, ho un cuore, provo sentimenti». Poi ha precisato che ha preso il fucile da sub ma «era scarico» tenendolo solo in mano. «Non so cosa sia successo ma non ho sparato – ha ribadito – non pensavo di avergli fatto del male. Non so nemmeno come sia avvenuto l’impatto. Sono andato via perché mi inseguivano». Prossima udienza il 21 gennaio per discussione e decisione. In tribunale oggi c’erano sia i genitori di Klajdi che il fratello minore che era presente a Sirolo il giorno che il 23enne è morto.

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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-11-19 20:30:18 da


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