Omicidio di Gravina, Giuseppe Lacarpia «ha ucciso sua moglie»: disposta una nuova perizia psichiatrica



BARI – Una nuova perizia psichiatrica per accertare le condizioni di salute mentale di Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina arrestato il 6 ottobre scorso con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione ai danni della moglie Maria Arcangela Turturo. Il sostituto procuratore Ileana Ramundo ha conferito l’incarico al dottor Roberto Catanesi, professore ordinario di Psicopatologia forense presso la facoltà di Medicina dell’Università di Bari. Lo specialista dovrà valutare diverse circostanze in merito alle condizioni del 65enne, prima fra tutte la capacità di intendere e di volere al momento del fatto, ma non solo. Oggetto di accertamento sarà anche la sua capacità di stare in giudizio, visto che a gennaio scorso il professor Alfredo Sgaramella lo aveva già ritenuto incapace di prendere parte coscientemente al processo. Infine, sarà valutata la sua pericolosità sociale.

Nel corso delle operazioni peritali, il professor Catanesi si recherà in carcere per incontrare Lacarpia, e valuterà anche la certificazione medica già contenuta in atti: si tratta dei certificati degli anni precedenti che attestano l’insorgenza di demenza senile in aggiunta al morbo di Alzheimer in fase iniziale. La consulenza tecnica sarà depositata entro 70 giorni. Secondo l’accusa, Lacarpia avrebbe inscenato un incidente stradale per poi dare fuoco alla sua auto e chiudere dentro la moglie. La donna, nel frattempo uscita dall’abitacolo, sarebbe poi stata soffocata dal marito che si era messo a cavalcioni sopra di lei, causando lo sfondamento della cassa toracica. L’uomo è stato fermato dopo poche ore. Fra i principali indizi contro di lui le dichiarazioni della vittima, che poco prima di morire ha riferito a più persone diverse, fra cui la figlia: «E’ stato lui, voleva uccidermi». Poi c’è il video, girato da una coppia di ragazzi passati per caso nelle vicinanze dell’auto incendiata, in cui si vede chiaramente l’uomo a cavalcioni sulla moglie. «La donna, muoveva le mani e le braccia come a volerlo spostare e gridava» ha dichiarato una testimone ai pubblici ministeri.

Dal canto suo Lacarpia respinge con forza l’accusa di essere l’assassino di sua moglie. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha continuato a sostenere quanto già dichiarato davanti ai poliziotti. E cioè che c’era stato un incidente, l’auto aveva poi preso fuoco, lui aveva trascinato la donna fuori dall’abitacolo e stava tentando di rianimarla. Una ricostruzione alla quale però la procura non crede affatto.


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-10-18 06:00:00 da


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