Omicidio di Pierina, si cercano indizi sul cellulare e sui pc di Lo…

Omicidio di Pierina, si cercano indizi sul cellulare e sui pc di Lo…



Omicidio di Pierina, si cercano indizi sul cellulare e sui pc di Lo…

E’ comparso a sorpresa in aula, lunedì mattina, Louis Dassilva, il senegalese di 34 anni vicino di casa di Pierina Paganelli uccisa con 29 coltellate e unico indagato per il delitto. Davanti al gip del Tribunale di Rimini, infatti, si è tenuta l’udienza per conferire ai periti l’incarico di effettuare un incidente probatorio sui dispositivi elettronici del metalmeccanico che, assistito dai suoi avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, il metalmeccanico ha voluto assistere. Un’udienza a porte chiuse movimentata con il giudice che, oltre agli accertamenti sul cellulare, due smartwatch e altrettanti laptop dell’indagato, ha richiamato sia la Procura che i difensori del 34enne che i legali della famiglia Bianchi, gli avvocati Monica e Marco Lunedei, esortandoli a chiedere un incidente probatorio sul video ripreso dalla telecamere di videosorveglianza della farmacia San Martino.

Immagini che, per gli inquirenti, rappresentano la prova principale a carico di Dassilva. Le immagini, infatti, per l’accusa riprenderebbero il senegalese in strada nei momenti a ridosso dell’omicidio della Paganelli. Una sagoma che, però, non sarebbe quella del 34enne ma, come emerso durante un’intervista televisiva di quello che sta diventando sempre più un caso mediatico, quella di un altro residente nelle palazzina di via del Ciclamino. L’uomo, davanti alle telecamere, ha spiegato di essersi riconosciuto in quel video ma, chiamato in Questura dagli investigatori della Squadra mobile, non ha confermato quanto detto in televisione. Una situazione estremamente intricata, con gli inquirenti che hanno provato più volte a ricostruire la scena ripresa dalla videosorveglianza e che ha portato Dassilva dietro le sbarre.

Il gip, quindi, ritiene necessario che su quel video ci siano dei dubbi sia necessario chiarirli perchè quello che dovrà poi essere giudicato non dovrà essere “un presunto colpevole”, ma “il presunto colpevole”. E, in questo senso, nasce l’esortazione fatta dal giudice a tutte le parti coinvolte a richiedere un incidente probatorio per fugare ogni dubbio.

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Per quanto riguarda i dispositivi elettronici di Dassilva, invece, il gip ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Daniele Paci, che coordina le indagini sul delitto, di estendere il periodo dal 1 maggio 2023 fino al giorno del delitto della Paganelli avvenuto il 3 ottobre 2023. Gli accertamenti, tuttavia, non riguarderanno la posizione di cellulari, smartwatch e computer che delineerebbero col gps la posizione del 34enne. L’incidente probatorio sarà limitato a chat e messaggi con l’obiettivo di fare maggiore chiarezza e approfondire la relazione clandestina tra l’indagato e Manuela Bianchi, nuora della vittima e amante del senegalese. Una “storia d’amore” che, per gli inquirenti, sarebbe il movente che ha spinto il senegalese ad uccidere Pierina Paganelli che avrebbe scoperto la tresca e sarebbe stata assassinata proprio per questo. Ad analizzare il materiale saranno l’ingegnere Giuseppe Ferraro, perito individuato dal Tribunale; Luigi Nicotera, per la difesa di Dassilva; Sandro Ferdinando Salvati, per le persone offese.

E’ tornato, inoltre, alla ribalta il “misterioso” incidente che vide coinvolto, il 7 maggio del 2023, il figlio della vittima Giuliano Saponi. All’alba di quel giorno l’uomo era stato trovato esanime su via Coriano vittima, presumibilmente, di un pirata della strada che lo aveva travolto mentre con la sua bici stava andando a lavorare per poi scappare. In seguito a quell’incidente, Saponi era finito in coma per poi, una volta uscitone, ricoverato in una casa di cura per la riabilitazione e sarebbe dovuto tornare a casa proprio il giorno del delitto di Pierina. All’alba del 7 maggio Louis Dassilva e la moglie Valeria Bartolucci avevano sempre sostenuto di essere dovuti andare a Pesaro per un lutto ma, secondo alcune indiscrezioni, il cellulare del metalmeccanico era rimasto agganciato alla cellula che copre sia via del Ciclamino che via Coriano. Per quell’incidente, tuttavia, non risulta nessun indagato e la stessa Procura ha chiesto l’archiviazione delle indagini che, al momento, non hanno portato a ricostruire cosa fosse successo.

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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2024-09-30 17:34:08 da


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