È stato condannato a 20 anni di carcere Nino Capaldo, 58 anni, originario di Frattamaggiore (Napoli), ex collaboratore di giustizia di camorra, processato a Torino con l’accusa di avere ucciso a martellate un uomo, Massimo Lodeserto, e di averne nascosto il cadavere in uno scantinato di un palazzo in via San Massimo, nelle case Atc che si trovano nel centro storico del capoluogo piemontese. La sentenza è stata pronunciata dalla giudice Rosanna Croce, nell’ultima udienza del processo con rito abbreviato: il pubblico ministero Marco Sanini aveva chiesto 20 anni di carcere per l’uomo, che ora dovrà versare un risarcimento provvisionale di 120mila euro ai parenti di Lodeserto, due fratelli e una sorella costituiti parte civile con l’avvocato Roberto Saraniti. Costituitasi parte civile anche l’associazione Penelope, a cui la famiglia si era rivolta dopo la scomparsa di Lodeserto, ucciso con diverse martellate alla testa e almeno due coltellate alla schiena.
Scomparso il 30 agosto, il corpo ritrovato il 4 dicembre
Di lui si erano perse le tracce il 30 agosto 2023, i parenti ne avevano segnalato la scomparsa anche a Chi l’ha visto. Il corpo fu ritrovato il 4 dicembre successivo, coperto da detriti e rifiuti. Il delitto sarebbe avvenuto al culmine di un litigio per una questione di debiti e per motivi sentimentali. Il difensore, che aveva chiesto l’assoluzione o la riformulazione del reato come eccesso colposo di legittima difesa, valuterà se fare appello.
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