PALERMO – Le sorti del congresso regionale del Partito democratico sono nelle mani del commissario Nico Stumpo. Sarà il deputato calabrese, inviato dalla segreteria nazionale per gestire la fase congressuale, a decidere sui ricordi avanzati contro tutto l’iter che ha caratterizzato il voto degli iscritti per la scelta del nuovo segretario regionale del Pd. Questa, almeno, l’interpretazione della Commissione regionale di garanzia del Pd.
Il collegio dei probiviri, presieduto da Filippo Marciante, ha dichiarato la propria “incompetenza” a decidere sui ricorsi – presentati da diversi esponenti Dem tra cui Giuseppe Vitarelli, Antonio Rubino e Giovanni Burtone – che mirano a bloccare il congresso. Per i garanti la decisione spetta alla Commissione regionale per il congresso che in questo momento è impersonata dal commissario ad acta Stumpo.
Una situazione kafkiana dal momento che Stumpo, a sua volta, con ben cinque delibere adottate nella veste di commissario ad acta, ha di fatto dato il suo ok al congresso regionale del Pd nelle modalità previste dal regolamento approvato dall’assemblea.
Un responso maturato a lungo quello della Commissione guidata da Marciante, giunto al termine di tre giorni consecutivi di riunioni per l’esame dei quattro ricorsi. Tutte le istanze presentate prendono di mira il congresso e le sue modalità di svolgimento volute fortemente dal segretario uscente e ricandidato unico alla segreteria: Anthony Barbagallo.
Il congresso, però, è in corso con gli iscritti che da diversi giorni votano nei circoli. La mozione presentata dal segretario ad oggi, secondo i dati forniti dalla segreteria regionale, sta raccogliendo circa l’85% di voti favorevoli. Una votazione contestata a sua volta nelle sue modalità perché avviene in maniera palese, così come previsto dal contestato regolamento approvato a gennaio che contemplava anche la possibilità di un solo partecipante alla corsa per la segreteria.
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