Perché a Milano non si trova un taxi

Perché a Milano non si trova un taxi



Perché a Milano non si trova un taxi


  Milano protesta tassisti taxi contro uber – youreporter




Oggi molti la riducono a una guerra tra tassisti e autisti di Ncc (nolegio con conducente), ma le origini dello scontro tra auto bianche e lussuose berline nere sono in una normativa così vetusta che risale all’epoca in cui il cellulare era un privilegio per pochi e il fax la faceva da padrone nelle comunicazioni veloci. 

A spiegare le ragioni che hanno portato i tassisti a paralizzare le metropoli italiane è un articolo de La Stampa che ricorda come, nonostante Matteo Renzi nel 2014 abbia definito la app Uber “un servizio straordinario”, il suo governo non si è mai premurato di regolamentare la questione con un quadro normativo semplice, che tenga conto dall’innovazione dei servizi. Il nodo della questione non è più nemmeno UberPop, che consente a chiunque di offrire un passaggio a pagamento, bloccato dal tribunale di Milano nel 2015.  


Che cosa prevedono le norme per i Ncc

Il servizio di noleggio con conducente può essere effettuato con ogni mezzo, dal sidecar al carretto trainato da un asino e si rivolge “a un’utenza specifica che avanza, presso la rimessa apposita richiesta per una determinata prestazione a tempo e/o a viaggio senza limite territoriale”. Il limite principale è che il veicolo (qualunque esso sia) non può stare in strada, ma deve attendere in una rimessa, la cui disponibilità è condizione essenziale per avere l’autorizzazione. Possono però percorrere le corsie preferenziali e sfruttare le altre facilitazioni previste per i taxi e gli altri servizi pubblici. Il conducente non può ricevere “l’ordine” ovunque si trovi, ma nella rimessa, dove il veicolo deve tornare al termine di ogni noleggio. 


I taxi giocano in attacco. Protestano contro un emendamento al decreto Milleproroghe, a firma di Linda Lanzillotta, che rimanda al 31 dicembre 2017 il termine entro il quale il ministero dei Trasporti deve emanare i decreti legislativi previsti da una norma dello scorso anno contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e Ncc e che, secondo la categoria, favorisce l’app di noleggio di auto con conducente Uber.


Che cosa prevedono le norme per i tassisti

Il veicolo può attendere in un luogo pubblico; le tariffe sono determinate dalle amministrazioni locali; il cliente può essere prelevato all’interno dell’area comunale e, tranne nei comuni più piccoli, è obbligatorio l’uso del tassametro. Devono avere sul tetto un contrassegno luminoso con la scritta “taxi”; assegnati un numero d’ordine e una targa con la scritta in nero “servizio pubblico”.


Intanto, in questi giorni di agitazione, le tariffe di Uber, fissate sulla base della domanda di corse e delle macchine disponibili, sono balzate alle stelle con punte che hanno toccato i 138 euro da Roma all’aeroporto di Fiumicino, contro i 48 della tariffa fissa taxi) fino ai 463 euro da Milano a Malpensa.

Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha convocato i sindacati dei taxisti per la giornata di martedì. E in qualche modo apre alle loro ragioni. “La modernità”, ha osservato, “non può cancellare posti di lavoro e investimenti. Apriamo un tavolo per dare un quadro complessivo in cui discutere insieme. Cerchiamo di trovare un quadro che permetta di migliorare la situazione”.

Quali sono le norme ‘congelate’

  • che il servizio Ncc si rivolga ai clienti che ne fanno richiesta presso la rimessa per una determinata prestazione a tempo e/o viaggio
  • che  le auto stazionino all’interno delle rimesse o presso i pontili di attracco e la sede del vettore
  • che la rimessa sia situata, esclusivamente, nel territorio del comune che ha rilasciato l’autorizzazione.

Un anno fa le proteste a Parigi

Le proteste in Italia avvengono a poco più di un anno di distanza dalle agitazioni dei tassisti contro Uber che bloccarono Parigi nel gennaio del 2016. Un tribunale della capitale diede ragione ai manifestanti e condannò Uber France a pagare una multa da 1,2 milioni di euro da versare a titolo di risarcimento proprio all’Unt, l’associazione nazionale dei tassisti francesi. Le auto di Uber in Francia erano state infatte riconosciute colpevoli di concorrenza sleale nei confronti del normale servizio taxi, in quanto raccoglievano i clienti per strada invece di caricare solo quelli che avevano prenotato tramite la app.



L’articolo Perché a Milano non si trova un taxi
www.agi.it è stato pubblicato il 2017-02-21 07:57:00 da Agi


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