Precipita per 10 metri. Alessio non sa dove andare

Precipita per 10 metri. Alessio non sa dove andare


[ad_1]

PORTO SANTO STEFANO. Era precipitato nel vuoto lo scorso 27 marzo mentre era affidato ad una struttura di Cortona. L’impatto con il suolo lo ha reso tetraplegico: Alessio Scotto, ragazzo originario dell’Argentario di 27 anni, riesce solo a muovere la testa. La sua nuova condizione richiede una casa nuova per le sue nuove esigenze, un posto che possa accoglierlo dal 31 luglio, la data di dimissione dalla struttura sanitaria che lo ospita. 

Scotto è caduto nel vuoto da un’altezza di 10 metri mentre avrebbe dovuto essere controllato dalla struttura in cui si trovava per le sue fragilità fisiche e mentali. E per accoglierlo in casa la famiglia ha bisogno di aiuto adesso e non può permettersi di aspettare i tempi del tribunale.

«Il 31 luglio lo dimettono, ma dove lo porto? Lo metto sulla carrozzina, fuori dal cancello della struttura, e chiamo tutte le televisioni – dice il padre Paolo Scotto – Così vedranno tutti cosa stanno facendo a mio figlio. È una vergogna. Nessuno ci aiuta. Mio figlio è caduto mentre era affidato a una struttura, e noi non abbiamo un posto in cui accoglierlo».

Quel giorno Alessio stava partecipando a un’attività nella palestra della struttura, non si sa come si è allontanato senza supervisione. È salito sul muretto ed è caduto nel vuoto fino a che non si è schiantato al suolo. Una caduta di dieci metri e un impatto devastante che lo hanno costretto a letto: è tetraplegico.

I soccorsi lo hanno trasportato all’ospedale di Careggi a Firenze, dove i chirurghi lo hanno operato. Poi è stato ricoverato in terapia intensiva, intubato per giorni e, infine, svegliato. Alessio, dalla caduta, ha riportato una frattura irreversibile alla colonna vertebrale. Una condizione che lo costringe in una sedia a rotelle elettronica a comando testa-collo.

Ma per la famiglia Scotto il dolore non finisce qua: Paolo ha avuto un infarto mentre era in ospedale, dove i medici lo hanno salvato. E ora non sanno come accogliere a casa il figlio, perché non hanno gli spazi necessari per potergli dare una vita dignitosa.

Il ritorno a casa di Alessio

Tra poche settimane, più precisamente il 31 luglio, Alessio dovrà lasciare la struttura sanitaria che lo ospita. Ma la famiglia non ha un’abitazione adeguata dove accoglierlo. E nessuno ha ancora proposto una soluzione.

La casa in cui vivono non è compatibile con le nuove esigenze di Alessio: è su più livelli, ci sono scale impraticabili, stanze strette, nessun bagno attrezzato e nessun ascensore o sollevatore. Non c’è neanche lo spazio per far passare la carrozzina elettrica a comando cervicale, l’unico mezzo con cui Alessio potrà muoversi.

Ad Alessio per avere una vita dignitosa servirebbero: una casa accessibile al piano terra, con porte larghe e ambienti manovrabili, un letto ospedaliero con materasso antidecubito, una carrozzina elettronica a comando testa-collo, un bagno con sollevatore e sedia doccia, assistenza infermieristica continua e del supporto psicologico per affrontare la nuova quotidianità.

La famiglia ha provato a rivolgersi alle banche per chiedere un prestito e iniziare a prendere il necessario, ma tutto gli è stato negato per la mancanza di garanzie. E la sentenza di risarcimento è ancora molto lontana, basti pensare che devono ancora iniziare sia il processo civile che quello penale

Una tragedia nella tragedia: lo Stato assente

La procura di Arezzo ha aperto un’inchiesta per lesioni gravissime e omessa custodia. Ma questo non darà a breve né una casa né assistenza alla famiglia Scotto e neanche una vita dignitosa ad Alessio. Il 27enne è prigioniero di un corpo che non si muove e tra meno di un mese sarà anche prigioniero della burocrazia.

Il ragazzo corre il rischio di essere lasciato in una Rsa non attrezzata oppure che resti bloccato in una casa non accessibile, senza i mezzi per vivere.

La storia di Alessio non è l’unica e il grido della famiglia scotto si unisce a quello di tante altre famiglie italiane. Al grido di chi lotta non solo contro il dolore, ma anche contro il silenzio delle istituzioni. In questi casi non servono parole, servono fatti, fondi, assistenza e una casa adeguata. Sono necessarie soluzioni immediate, non promesse a lungo termine.

Alessio non dovrebbe aspettare una sentenza per avere una stanza dove respirare, soprattutto quando è caduto nel vuoto a causa dell’omissione di una struttura sanitaria. Alessio ha il diritto a una vita possibile e quel diritto oggi è negato.


  • Precipita per 10 metri. Alessio non sa dove andare



    Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso.
    Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana – #UniciComeLaMaremma



    Visualizza tutti gli articoli



[ad_2] Leggi tutto l’articolo Precipita per 10 metri. Alessio non sa dove andare
www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-07-04 10:41:20 da Vittorio Patanè


0 Comments