Prestò soldi a 5 persone pretendendo interessi del 300%: a Foggia condannato in appello a 4 anni


Condannato a 4 anni e 4 mesi rispetto ai 5 anni e 7 mesi della sentenza di primo grado Antonio Battiante, 65 anni, foggiano, riconosciuto colpevole in appello di 3 episodi di usura; per una quarta imputazione analoga è scattata la prescrizione, trattandosi di fatti del 2011. Fu coinvolto nel blitz “Imperial” con 4 arresti della Polizia in città il 14 giugno 2018, con l’accusa di aver prestato modeste somme di denaro a 5 concittadini, chiedendo la restituzione in poche settimane o mesi con interessi usurari. La sentenza è stata pronunciata dai giudici della terza sezione della corte d’appello di Bari; i fatti contestati risalgono al 2011/2016.

Il pg chiedeva la conferma della condanna inflitta dal Tribunale di Foggia il 18 maggio 2021 che riconobbe l’imputato colpevole di 4 capi d’accusa; e lo assolse da una quinta imputazione. L’avv. Aurelio Follieri chiedeva la nullità della sentenza di Foggia per violazione dei diritti della difesa con ricelebrazione del processo di primo grado perché in occasione del rinvio di un’udienza la notifica fu mandata non al difensore ma a un suo omonimo; l’assoluzione sostenendo che si trattò di prestiti fatti in amicizia e senza pretendere tassi usurari; e in terza istanza il difensore sollecitava l’esclusione della recidiva perchè il precedente di Battiante è del ’93, con conseguente riduzione della pena. L’esclusione della recidiva e la prescrizione per uno dei 4 capi d’imputazione oggetto del processo d’appello ha comportato lo sconto di pena a 4 anni e 4 mesi. La fondazione “Buon Samaritano” si è costituita parte civile.

Battiante finì in carcere il 14 giugno 2018 nel blitz “Imperial” contrassegnato dall’emissione di 4 ordinanze cautelari nei confronti di altrettanti foggiani accusati a vario titolo di 22 episodi di usura ai danni di 6 persone che a fronte di prestiti oscillanti da 100 a 4mila euro, si erano impegnate a restituire in poche settimane il capitale e pagare interessi dal 60 al 580%. Il processo si divise in 3 tranche. Un imputato patteggiò 1 anno e 8 mesi per 10 imputazioni; un altro venne condannato con rito abbreviato in primo grado a 3 anni per 8 capi d’accusa; Battiante (si dice innocente, per per questa vicenda rimase 6 in cella e ai domiciliari prima d’essere rimesso in libertà) e un coimputato furono giudicati con rito ordinario dal Tribunale che inflisse 5 anni e 7 mesi al primo; e assolse il secondo.

All’imputato si contesta d’aver prestato mille euro in tre tranche a una donna con tassi d’interessi tra il 100 e il 300%; 4300 euro a un concittadino che si impegnò a restituirne 4700 entro un mese; 1260 euro in 2 occasioni a un terzo foggiano con richiesta di 1400 euro da ridare entro poche settimane per saldare il debito; 100 euro a una quarta parte offesa che ne dovette restituire 110, contestazione quest’ultima per la quale i giudici hanno ritenuto il reato prescritto. Il foggiano venne invece assolto in primo grado dall’accusa di un ulteriore prestito di 2500 euro in due tranche a una quita parte offesa.

Nel corso del processo d’appello interrogata su richiesta dell’avv. Follieri una delle quattro presunte vittime che in aula ha “scagionato” Battiante. Ha testimoniato d’aver ricevuto in prestito 1200 euro in due tranche restituendo in poco tempo 1400, chiarendo però che si trattò di una sua scelta per ringraziare Battiante del prestito erogato, e non perché l’imputato avesse preteso il pagamento di interessi.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2025-06-14 09:40:43 da


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