ANCONA – Mancano solo i crismi dell’ufficialità, ma possiamo darvela per certa. Andrea Nobili torna alla politica attiva e lo farà candidandosi alle prossime elezioni regionali da indipendente nella lista di Alleanza Verdi Sinistra. Cinquantasette anni, avvocato penalista specializzato nel diritto delle persone, in passato ha ricoperto il ruolo di assessore alla Cultura, Turismo e Pubblica istruzione del Comune di Ancona, dal 2009-2012. Sotto la Giunta Ceriscioli invece ha svolto il delicato quanto importante ruolo di Garante dei diritti dei minorenni e dei detenuti delle Marche, incarico che ha ricoperto dal 2015 al 2021. È stato anche, per qualche giorno, il possibile candidato sindaco di Ancona dell’unione tra Altra Idea di Città, Europa Verde e Movimento 5 Stelle, progetto poi dissoltosi come neve al sole. Nobili, nel suo lungo percorso, non ha mai davvero abbandonato né l’attività lavorativa né la politica, puntando a difendere e ad attuare gli ideali in cui crede, in ogni sede. In questa intervista che ha concesso in esclusiva a noi di Ancona Today, l’ex delegato del sindaco Gramillano spiega cosa lo ha portato a tornare in pista in prima persona, anziché sostenendo altre personalità politiche come fatto negli ultimi tempi, quali sono le priorità da risolvere e su quali temi si batterà maggiormente.
Nobili buongiorno. Come mai ha deciso di tornare sulla scena politica in maniera attiva?
«In realtà non mi sono mai allontanato dalla politica, declinando il mio impegno verso tutte le attività che ho realizzato. Perché politica è anche ciò che si fa con le proprie azioni. Lavorare in determinati settori, a difesa dei soggetti più fragili, ha comunque una connotazione politica. Adesso però c’è bisogno dell’impegno di tutti. Occorre mettersi in gioco personalmente per cambiare le cose in Regione per renderla migliore di quello che è diventata in questi ultimi 5 anni sotto l’amministrazione del centrodestra. Un’azione che ritengo del tutto insufficiente a dare quelle risposte che i cittadini meriterebbero, a partire dalla sanità e dal sociale».
Perché ha scelto di candidarsi proprio con Alleanza Verdi Sinistra, anche se da indipendente?
«Mi piace questo progetto politico che tiene insieme giustizia sociale e tutela dell’ambiente e che va avanti in modo così convinto. Quindi ho ritenuto opportuno accettare la proposta fattami. Secondo il mio modo di vedere Avs interpreta in questo momento il cambiamento che serve, nelle Marche e non solo. E poi è in prima linea su un tema di massimo impegno e sensibilità a cui tengo particolarmente, la pace».
Lei ha fatto parte del Pd, poi ne è uscito. Adesso, nell’alleanza che si presenterà alle elezioni Regionali, il Pd sarà il partito trainante.
«Non rinnego nulla del mio passato. Sono stato iscritto al Pd fino a 12 anni fa circa. Però sono sempre rimasto nell’area progressista e impegnato nel sostenere il Pd e i loro candidati nelle diverse tornate elettorali che si sono succedute. Adesso però credo in un’alleanza strutturale tra Dem e Avs, basata su di un rapporto costruttivo e sulla condivisione di determinate tematiche».
Nel corso degli anni però non ha mai risparmiato critiche, a ogni livello, verso il Pd.
«La politica è confronto e dialettica. E le critiche costruttive hanno a mio avviso il merito di essere da stimolo nel fare le cose meglio e nel coordinare sempre meglio l’azione politica. Quindi tutti noi, io compreso, speriamo che il Partito Democratico alle regionali vada molto bene, visto che esprime anche il candidato presidente. Credo però in un’alleanza di più forze che si muovano nella stessa direzione. E devo dire che sotto questo punto di vista vedo una totale condivisione di idee e programmi su molti temi».
Un giudizio sul candidato presidente di centrosinistra Matteo Ricci?
Il mio giudizio è positivo. Per lui parla la sua storia e i successi raggiunti da presidente della Provincia di Pesaro-Urbino prima e da sindaco di Pesaro poi. Ha poi un’energia fuori dal comune che lo rende quel traino indispensabile in una competizione come le elezioni regionali. E lo straordinario risultato ottenuto lo scorso anno alle europee dimostra la sua naturale capacità di mettersi in relazione con la comunità. Non certo per ultimo, ha anche quelle competenze necessarie su ciò che serve per rilanciare finalmente la Regione Marche».
Un giudizio su questi 5 anni di Governo Acquaroli che possiamo immaginare non sia positivo.
«Li considero 5 anni deludenti in diversi ambiti. Sulla sanità si è già detto tutto. Non passa giorno, purtroppo, in cui non si vedano i limiti della loro azione politica su un tema così importante. Aggiungo poi la grave inadeguatezza dimostrata sul versante sociale, dove addirittura abbiamo assistito a dei disinvestimenti nel settore».
Qualche esempio?
«Mi occupo di bambini fragili e la situazione è da allarme rosso sia per loro che per chi lavora nel settore. Penso agli educatori impegnati nei vari presidi sanitari e nei consultori. Le carenze sono tantissime e vanno colmate al più presto. D’altronde tra le cose che distingue da sempre il centrosinistra rispetto al centrodestra c’è la maggiore attenzione verso i cosiddetti ultimi. E sono proprio questi i temi su cui intendo impegnarmi e lavorare, sin dalla campagna elettorale, sensibilizzando quante più persone possibili, attraverso iniziative mirate, sulla situazione attuale. In particolare sulla tutela della salute mentale dei minorenni e di chi lavora nel settore. Proporrò soluzioni a questi problemi, non mi fermerò di certo alle critiche. C’è poi la sanità che era e resta il tema dei temi. È la principale competenza di ogni Regione, il maggior impegno di spesa. Poi si aggiunge tutto il resto dato che la mia azione non si fermerà qua. A breve inaugurerò la mia sede elettorale che diventerà un punto di incontro e confronto».
Altri temi che ritiene primari?
«Ambiente, salute e lavoro».
Parta pure con il primo.
«Servono sempre più percorsi partecipativi che coinvolgano la cittadinanza. Basta con le scelte calate dall’alto come abbiamo visto recentemente con l’impianto crematorio di Tavernelle ad Ancona. Penso però anche all’inceneritore in provincia di Ancona, all’impianto Edison a Jesi, all’agri-fotovoltaico di Chiaravalle e poi alla madre di tutti i temi: la raffineria Api di Falconara dove serviranno scelte forti. Chi svolge un ruolo politico deve avere come doti l’ascolto e il confronto».
Sulla salute?
«È un tema ormai strettamente collegato all’ambiente, come dimostrano i tanti comitati spontanei nati a difesa del territorio locale e di chi vi risiede. Quindi, anche qui, serve meno opacità nei percorsi amministrativi e più partecipazione e ascolto dei cittadini diretti interessati. Tutte le comunità pretendono sempre più sicurezza».
E sul lavoro?
«Serve un maggiore impegno per formare e reinserire chi purtroppo lo ha perso».
Qualche altra priorità per la provincia di Ancona, oltre a ciò che ha già detto?
«Credo che sul tema ambientale il centrosinistra si giochi moltissimo. Si devono prendere, come già detto, decisioni molto forti legate all’Api di Falconara. Poi va tutelato molto di più il nostro mare. A tal proposito, dato che in vista c’è la nazionalizzazione del Parco del Conero, credo sia giunta l’ora di tornare a parlare dell’Area marina protetta. Nella città di Ancona va poi tutelato il porto storico».
Come?
«Va fatto un ragionamento per trovare un punto di equilibrio tra la tutela storico ambientale della città e l’importante e imprescindibile turismo croceristico. Occorre dunque puntare su di un turismo intelligente ma sostenibile, in grado di far girare l’economia».
A proposito di turismo, lei ne è stato anche assessore, Cosa ne pensa della vicenda Atim?
«Credo che, assieme alla sanità, sia stato il punto più basso del Governo Acquaroli. L’ente è costato tanto e ha prodotto poco, diventando in tutto e per tutto un carrozzone. Va posto rimedio a questa situazione».
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