“Ruinas”, quando l’urban exploration diventa una passione



Mostra da domani, 10 ottobre, al Castello di Lenta

LENTA (VC) – Ruinas, mostra fotografica personale di Pamela Nanetti al castello di Lenta, dedicata all’esplorazione urbana (urban exploration, il cui acronimo è urbex) di luoghi abbandonati.

Un viaggio di 21 tappe, come il numero delle fotografie esposte. In una location storica, un castello-monastero delle monache benedettine, risalente al XII secolo, sarà visitabile da domani, giovedì 10, al 20 ottobre.

Viene data voce ad edifici lasciati a sé stessi, privi di manutenzione, pericolanti e nei quali la natura ha preso a invadere ogni spazio senza chiedere il permesso (come forse a volte fa l’uomo?). Antiche dimore un tempo vissute nel pieno del loro splendore, veri caveaux di tesori nascosti; luoghi d’incredibile bellezza, con pareti affrescate da bassorilievi, stucchi e sculture, ora consumati e scoloriti, finiti per essere assorbiti dal silenzio, tra rovine e polvere.

Pamela Nanetti ha dato un’interpretazione del tutto personale all’urbex, accostandolo, in modo forse azzardato, a una delle tre divinità dell’induismo, Shiva, figura ambigua e distruttore per antonomasia.

«“La distruzione è la via per la trasformazione”, scrisse Elizabeth Gilbert nel celebre romanzo “Mangia, prega, ama” e in questa affermazione è racchiuso tutto il senso del suo peregrinare tra i resti del passato. Questi luoghi hanno avuto lo stesso percorso di ogni essere umano: si attraversa la giovinezza (periodo creduto di invulnerabilità), si cade, ci si rialza e si prosegue il proprio cammino nonostante i segni inferti dall’esperienza. Ecco, anche “loro”, malgrado tutto, sono rimasti “in piedi”, un tempo vissuti da chi li abitava e ora divenuti mete di pellegrinaggio di noi urbexer», afferma Nanetti.

«L’urban exploration è una passione, un mix di adrenalina e curiosità, una fame insaziabile di conoscenza. C’è chi si accontenta di catturare l’immagine, c’è chi cerca di andare oltre lo scatto risalendo a eventuali proprietari e ottenendo, dalla loro diretta voce, racconti inediti, tanto che ogni fotografia diventa ancora più carica di emozioni e sensazioni, come se, giocando a esasperare luci, ombre e contrasti, uscisse un grido dal passato. Un’esposizione sicuramente particolare nel suo genere, ma ancora di più per il luogo suggestivo e altamente carico di storia e tradizione che la ospita», conclude l’artista.

L’evento è realizzato grazie al Comune di Lenta, la Confraternita Portus Pauperum Commilitonum Christi, l’Accademia Templare, il Gran Priorato Internazionale e l’Associazione Culturale il Castello di Lenta.



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www.vercellinotizie.it è stato pubblicato il 2024-10-09 21:41:56 da Andrea Borasio


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