Assunzioni di personale, detassazione di parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro, cancellazione dei tagli alle pensioni e depenalizzazione dell’atto medico: queste le cinque principali ragioni che hanno indotto medici, dirigenti sanitari e infermieri a scioperare nella giornata di oggi.
Per quanto riguarda l’Asl 1 questi i dati: su 312 appartenenti alla dirigenza, 29 hanno scioperato ossia il 9%; su 2490 appartenenti al comparto, 25 hanno scioperato, ossia l’1%.
Lo sciopero, indetto da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e per il comparto dal sindacato Nursing Up, ha previsto anche manifestazioni in diverse città d’Italia, dal sit-in di Roma spiega Francesco Alberti, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Imperia: “Questa manifestazione vuole richiamare l’attenzione sui problemi che riguardano il servizio sanitario nazionale: non solo per l’aspetto economico, nonostante i medici italiani siano sottopagati rispetto a quelli degli altri paesi europei, ma soprattutto per ricordare l’importanza del servizio sanitario nazionale, che oggi si sta sgretolando.
Oggi partecipa anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici, con alte cariche della federazione e la rappresentanza di ordini provinciali”.
Scopo degli organizzatori è denunciare le criticità della legge di bilancio chiedendo misure a tutela della sanità pubblica e dei professionisti del settore, scrivono i sindacati: “Si chiede al Governo il ritiro del provvedimento che taglia le pensioni future dei medici e dei dirigenti sanitari nonché più risorse per il Ssn e i suoi professionisti”.
I sindacati hanno previsto che circa 1,5 milioni di prestazioni sanitarie potrebbero essere saltate nella giornata di oggi: mentre sono state garantite le prestazioni di urgenza, sono state a rischio esami di laboratorio, interventi chirurgici e visite specialistiche.
0 Comments