Almeno due le aziende del territorio impegnate nella filiera, in forte espansione, orientata all’esplorazione e allo sfruttamento dello spazio extra atmosferico. Se n’è parlato in un incontro organizzata dall’associazione “Il C.O.S.Mo”
MODENA – Secondo gli esperti, la Space Economy nel 2030 potrebbe toccare i 650 miliardi di dollari di fatturato, per poi continuare a crescere negli anni successivi. Una filiera, quella orientata all’impiego di beni e servizi e allo sfruttamento di risorse nell’ambito dello spazio extra atmosferico, che sta diventando importante anche a Modena. “Abbiamo due aziende: la Dtm Technologies che è a Cittanova e sta facendo componenti per satelliti, ha fatto componenti per la stazione spaziale e collabora con il progetto Artemis, e la Highftech Engineering, che fa sempre componenti per lo spazio” spiega Luigi Borghi, dell’Associazione “Il C.O.S.Mo” di Modena, che martedì al Planetario ha promosso un incontro sul tema.
“Secondo l’European Investment Bank la crescita del fatturato delle imprese spaziali è stata dell’ordine del 6,7% annuo, un tasso di crescita che è ben maggiore del normale tasso di crescita che si attesta intorno al 2-3 % annuo – aggiunge Roberto Castagnetti, de “Il C.O.S.Mo” -. Tra il 2005 e il 2020 l’ampiezza della Space Economy è triplicata, sta crescendo ad un ritmo esponenziale”.
Un settore strategico per tutta la regione. “In Emilia Romagna abbiamo una grossa collaborazione con la Axiom Aerospace e la Nasa per realizzare un’altra stazione spaziale privata, per la quale collaborerà la Barilla, la Gvm Care Resarch, e la Tecnogym per le palestre che nello spazio saranno molto diverse” conclude Luigi Borghi.
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