Sub morto all’Argentarola, ci sono due indagati

Sub morto all’Argentarola, ci sono due indagati


PORTO SANTO STEFANO. Si è sentito male a 18 metri di profondità, durante un’immersione nelle acque dell’Argentario. Un malore che lo ha ucciso, due giorni prima del suo compleanno, nonostante la macchina dei soccorsi si fosse messa in moto subito per tentare di salvargli la vita. 

Per la morte di Alessandro Artusi, pratese di 51 anni, ci sono i nomi di due persone iscritti nel registro degli indagati. Si tratta della titolare del diving che aveva organizzato l’immersione e di un aiuto istruttore, rispettivamente difesi dagli avvocati Filippo Teglia e Francesca Carnicelli. 

Una giornata maledetta, quella del 10 maggio, all’Argentarola, uno dei siti d’immersione più apprezzati della zona sud di Grosseto. Il gruppo dei sub pratesi era arrivato a Porto Santo Stefano per fare un’immersione ricreativa. Entro i 20 metri, come stabilisce il brevetto open water del quale erano dotati tutti i partecipanti. 

Durante l’immersione, Artusi, che era in coppia con il figlio, ha avuto un malore. È stato subito soccorso dagli altri subacquei e portato in superficie. Poco dopo è arrivata la motovedetta della guardia costiera che lo ha accompagnato sul lungomare dei Navigatori dov’è arrivata un’ambulanza infermieristica del 118.

Arrivato all’ospedale, il 51enne è morto. Il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna aveva disposto l’autopsia, che era stata eseguita dal dottor Flavio Pertosa, della Medicina legale di Siena. Ora, dopo l’autopsia, i cui risultati saranno disponibili tra 90 giorni, ha disposto un accertamento tecnico anche sull’attrezzatura che indossava l’uomo

Un super esperto per la perizia

Perizia che è stata affidata al dottor Gianfranco Simonini, criminalista, operatore tecnico subacqueo delle forze di polizia, specialista in subacquea forense ed accertamenti tecnici sulla scena del reato. 

Un super esperto, quindi, che dovrà analizzare tutta l’attrezzatura indossata da Artusi, per capire se la morte del 51enne sia stata causata da qualche malfunzionamento. Il pm Melchionna, così come i familiari dell’operaio tessile pratese e i due indagati, aspettano l’esito dell’autopsia, che sarà disponibile entro 90 giorni. 

Autopsia che dovrà determinare non solo la causa della morte ma anche l’orario in cui il cinquantenne è stato strappato dall’amore dei suoi familiari. 


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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-06-13 19:03:12 da MaremmaOggi


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