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Nei comuni di Alpignano e Pavarolo gli immobili sottratti alla criminalità organizzata diventano sede di una “Casa della legalità” e di un “Centro famiglia”
Sono stati restituiti alla collettività due beni confiscati alla criminalità organizzata in provincia di Torino.
In particolare nel comune di Alpignano un immobile sottratto alla ‘ndrangheta è divenuto sede di una “Casa della Legalità”. A Pavarolo una villa sequestrata, grazie a lavori di ristrutturazione, è stata trasformata in Centro famiglia: l’immobile ospiterà anche un micronido comunale.
«Una giornata di festa in cui lo Stato e le comunità della città metropolitana di Torino segnano due punti preziosi nella lotta alla criminalità organizzata» ha sottolineato il prefetto Donato Cafagna.
All’inaugurazione erano presenti, oltre ai vertici delle Forze dell’ordine e ai rappresentanti degli enti locali, il procuratore generale Lucia Musti, la presidente vicaria della Corte d’Appello Alessandra Bassi, il questore Paolo Sirna, la direttrice dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati Simona Ronchi, Maurizio Marrone, assessore all’Usura e Beni confiscati, Domenico Rossi, presidente della Commissione Legalità della regione Piemonte e Marisa Garofalo, sorella di Lea.
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