Trovato il prete scomparso: è caduto da 10 metri d’altezza a Nizza, si indaga sulle cause

Trovato il prete scomparso: è caduto da 10 metri d’altezza a Nizza, si indaga sulle cause

Trovato il prete scomparso: è caduto da 10 metri d’altezza a Nizza, si indaga sulle cause



Don Italo Arrigoni il parroco scomparso da 10 giorni era ricoverato in un ospedale di Nizza in gravi condizioni. L’anziano sacerdote è stato salvato dopo una caduta da una decina di metri d’altezza da Rauba Capeu, un punto panoramico della cittadina francese. 

Il prete aveva fatto perdere le sue tracce il 22 agosto dopo aver preso un treno ad Albenga con direzione Ventimiglia – Francia. Dopo la denuncia di scomparsa le ricerche si sono estese a tutto il Ponente e oltre confine. L’anziano nella notte tra mercoledì e giovedì è caduto dall’alto finendo sulla scogliera sottostante e riportando fratture multiple. Il recupero dell’uomo non è stato particolarmente facile me è stato tratto in salvo e trasportato d’urgenza all’Ospedale Pasteur 2.

Che cosa sia accaduto in questi giorni al prete rimane al momento un mistero ma ci sono indagini in corso nel territorio ingauno. Il parroco esercitava in tre piccoli paesini dell’entroterra di Albenga e secondo le prime sommarie informazioni raccolte, sembra che avesse comunicato la volontà di recarsi in montagna non sopportando l’afa estiva dei giorni scorsi. 

Intanto, con una nota, la Diocesi di Albenga – Imperia commenta: “Siamo felici di poter informare che quest’oggi, 31 agosto, son state ristabilite le comunicazioni con il Reverendo Sacerdote don Italo Arrigoni, parroco di Arnasco – Onzo – Curenna e Vendone. Grazie all’aiuto dei Carabinieri della Stazione di Villanova d’Albenga e ai colleghi della Sicurezza francese, si è riusciti a capire che don Italo si trova ricoverato in ospedale a Nizza, a seguito di un incidente accadutogli”. 

“Rimasto incosciente e senza documenti, non ha potuto comunicare fino ad oggi con la Curia, il fratello e i parrocchiani. Un grazie speciale ai Carabinieri di Villanova d’Albenga e al loro Comandate Giovanni Licciardello, che hanno permesso una conclusione lieta dell’accaduto” – concludono.





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