TERAMO . Un bisogno può essere raccontato da un numero. Meglio: misurato. Teramo aveva necessità di un punto di accoglienza per i turisti. Di un luogo fisico gestito da personale qualificato capace di dare informazioni e indirizzare i visitatori. Ed è un dato numerico a dirlo prima di ogni altra cosa: 1.520 accessi in due mesi nell’ufficio Iat di via Carducci la cui apertura, lo scorso 27 giugno, sta iniziando a sanare una carenza a lungo patita dalla città che pure, negli anni, ha avviato un percorso di riscoperta di sé e delle proprie potenzialità culturali. Eppure quella lacuna, quell’assenza di ciò che viene definito semplicisticamente un infopoint, ha pesato come un macigno e animato polemiche, ponendo Teramo in un terreno di inadeguatezza turistica non degno di una città capoluogo. Ora da quello spazio, almeno in termini di accoglienza, ne sta uscendo. A due mesi dall’apertura, i numeri raccontano l’utilità dello Iat: a luglio e agosto sono stati 1.520 i visitatori che hanno varcato le sue porte, con picchi di 60 al giorno nel periodo preferragostano.
L’identikit dell’utente, derivante dai dati raccolti dal personale dell’ufficio, rimanda soprattutto a famiglie e piccole comitive provenienti dalle regioni del Centro e Nord Italia. Non mancano però gli stranieri, per la gran parte tedeschi, francesi e olandesi. Considerando il calo di presenze in città, che per l’estate 2024 si allinea al generale -30% dell’Abruzzo e della provincia di Teramo, i 1.520 visitatori dello Iat rappresentano un segnale di vitalità. «Il mese di agosto è andato meglio di luglio, con crescita degli accessi. Dal momento stesso della sua apertura lo Iat è diventato un punto di riferimento per chi arriva in città ma anche per i teramani», spiega l’assessore alla cultura Antonio Filipponi, «i commercianti e gli esercenti adesso sanno dove indirizzare i turisti che hanno bisogno di informazioni sui siti aperti, sugli orari, sulle iniziative in corso o in agenda». La nota dolente è che i siti culturali visitabili al momento in città sono pochi: molti, dal Castello Della Monica al museo Savini fino all’area archeologica della Madonna delle Grazie e al teatro romano, sono sottoposti a lavori di riqualificazione o ricostruzione post-sisma. Ma all’interno dello Iat è possibile fare dei tour virtuali indossando caschi capaci di proiettare l’utente nei luoghi più suggestivi della città.
«Il momento storico è particolare per la città. Se da un lato abbiamo siti chiusi per lavori, dall’altro puntiamo sulla promozione di quelli aperti: penso all’Arca, alla pinacoteca e agli scavi di piazza Sant’Anna» prosegue Filipponi, «questi ultimi, in particolare, riaperti da poche settimane dopo lavori di sistemazione delle vetrate, catturano molto interesse da parte dei visitatori. Lo Iat promuove la città a tutto tondo, indicando anche i siti sacri visitabili, a partire dal Duomo, passando per l’esposizione delle mostre e degli eventi». Fra le bellezze teramane non visitabili c’è anche il Mosaico del leone: un gioiello del I secolo avanti Cristo custodito nel palazzo Savini, in via Antica cattedrale, per il quale il Comune sta portando a termine un’intesa col privato affinché possa essere reso accessibile. In autunno, dopo gli interventi relativi alla sicurezza, il mosaico potrebbe finalmente aprire al pubblico.
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L’articolo Turismo, in due mesi 1.520 utenti all’ufficio per le informazioni – Teramo
www.ilcentro.it è stato pubblicato il 2024-08-27 03:25:00 da
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