Un lettore: “Alla ricerca di un appuntamento per operare la cataratta: quando la vista è un miraggio”

“Immaginate di svegliarvi un giorno e scoprire che il mondo intorno a voi è diventato un po’ più sfocato, come se qualcuno avesse deciso di mettere un filtro Instagram sulla vostra vita reale. Bene, questo è esattamente quello che mi è successo quando ho scoperto di avere una cataratta. Ma la vera sorpresa è arrivata quando ho cercato di prenotare una visita oculistica.

L’attesa infinita
Dopo aver chiamato il mio oculista, mi è stato detto che il primo appuntamento disponibile era per il 2 dicembre 2025. Sì, avete capito bene, oltre un anno di attesa! A questo punto, mi chiedo se dovrei iniziare a prendere lezioni di Braille o semplicemente abituarmi a vivere in un mondo sfocato.

La mia esperienza personale
La diagnosi di cataratta è stata un colpo, ma l’attesa per la visita è stata la ciliegina sulla torta. Ogni giorno è una nuova avventura: cercare di leggere i cartelli stradali, evitare di inciampare nei mobili e indovinare chi mi sta salutando da lontano. È come vivere in un gioco di realtà virtuale, ma senza il divertimento.

L’importanza di un accesso tempestivo alle cure
Scherzi a parte, l’accesso tempestivo alle cure è fondamentale. Le lunghe liste d’attesa non solo mettono a dura prova la pazienza, ma possono anche peggiorare le condizioni oculari. E mentre io aspetto il mio appuntamento, la mia cataratta continua a fare festa nei miei occhi.

Appello alle autorità sanitarie
Cari responsabili della sanità, vi prego, fate qualcosa per ridurre questi tempi di attesa. Non chiedo la luna, solo di poter vedere chiaramente prima di dimenticare come appare il mondo senza un filtro sfocato.

Conclusione
Condivido la mia esperienza con la speranza che possa sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità sanitarie sull’importanza di un accesso rapido alle cure oculistiche. Perché, diciamocelo, nessuno dovrebbe dover aspettare così a lungo per una visita medica essenziale. E nel frattempo, se mi vedete per strada, non prendetela sul personale se non vi riconosco subito!”.

Stefano Paglini