Una Regione più vicina alle donne



“Dobbiamo garantire a tutte le donne, a partire dalle più vulnerabili, strumenti economici e sociali che tutelino i loro diritti”. Non ha dubbi Dayla Briganti, candidata PD alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale dell’Emilia Romagna: la prossima giunta dovrà avere questo tema al centro della sua azione di governo. “Il tema dei diritti delle donne è centrale e deve esserlo anche nelle politiche messe in atto dalla Regione. E’ necessario non smettere mai di parlarne – prosegue la Briganti. Il tema dei diritti delle donne passa attraverso il principio dell’autodeterminazione. La scarsa presenza di figure femminili in politica ricorda a tutte e tutti noi l’esigenza di lavorare in modo più efficace su questo tema. 

Per la Briganti: “il processo di emancipazione femminile è un percorso iniziato, ma che è ancora ben lontano dal portare a dei risultati significativi. Servono tanti passaggi, molti dei quali ancora da compiere”. Si inizia da una certezza: questa conquista passa prima di tutto attraverso il lavoro. “E’ il lavoro a garantire l’indipendenza economica – ricorda la Briganti – e su questo la Regione dovrebbe migliorare gli strumenti che danno la possibilità alle donne di conciliare il ruolo professionale con quello familiare. Non più donne costrette a scegliere, ma donne competenti e capaci che raggiungono i ruoli che spettano loro  grazie alla meritocrazia. Una società civile è una società che non dà spazio alla discriminazione basata sul genere, è una società in cui le donne non vengono più sminuite sul luogo di lavoro solo in quanto donne. Una società civile è una società in cui la maternità, la quale è e dovrà sempre essere una scelta libera e personale di ogni donna, sia valorizzata e incentivata, ma soprattutto non ostacolata.  Per ottenere tutti questi obiettivi, secondo l’esponente del Partito Democratico, bisogna partire da quelle che sono le esigenze maggiormente specifiche delle donne. “Dobbiamo aiutare le donne, a partire da coloro che hanno a disposizione meno strumenti, fuori e dentro dalle aziende, afferma la Briganti. Dobbiamo incentivare maggiormente un welfare che preveda la creazione di asili aziendali, ripristinare lo smart working che è indispensabile per conciliare i tempi di vita, familiare e di lavoro.

Infine, ma di sicuro non meno centrale, vi è il tema di abusi e violenze subiti dalle donne di ogni ceto e provenienza. Non si tratta soltanto di violenze fisiche, ma anche psicologiche.  “E’ difficile incontrare una donna che non abbia subito almeno una volta nelle vita, abusi o violenze, ricorda la Briganti. Quando parliamo di violenza, non parliamo solo di quella fisiche, ma anche di quelle economiche e psicologiche. Bisogna tener presente che, nel momento in cui si compiono violenze sulle donne, si colpisce la metà della gente mondiale. Tutto ciò crea un grave danno sociale ed economico. Una donna che, ad esempio, subisce violenza sessuale, una molestia o una discriminazione di vario tipo sul luogo di lavoro, troverà più difficoltà a ricreare la propria autostima. Sarà per lei più difficile trovare una collocazione professionale adeguata alle proprie competenze. Tutto ciò limita la stabilità economica alla quale la donna può ambire, riducendo la sua indipendenza ed esponendola nuovamente al rischio di ritrovarsi in contesti sociali che riducono la sua libertà. Da una violenza sessuale si può sopravvivere, ma non si guarisce mai del tutto. Se vogliamo essere una Regione che davvero opera in questo senso, occorre un impegno che sia davvero concreto e offrire una tutela reale alle donne affinché la società non tolleri più questo tipo di abusi e di discriminazione”.


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www.parmatoday.it è stato pubblicato il 2024-11-02 17:21:32 da


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