SULMONA – Per l’accusa di abuso d’ufficio il fatto non è più previsto dalla legge come reato mentre per quella di falsità ideologica non ci sono ragionevoli previsioni di condanna a carico degli indagati.
Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, che ha prosciolto il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, e altri sedici imputati tra cui sette consiglieri comunali.
La vicenda, che risale al 27 febbraio 2020, riguarda la vendita di una porzione di terreno che risulta nel piano regolatore adibito a parcheggio.
Al sindaco di Donato e a sette ex consiglieri comunali, la procura aveva contestato l’abuso d’ufficio e il falso ideologico, per aver espresso voto favorevole alla delibera, delineando l’alienazione del terreno e attestando falsamente che l’istanza di acquisto fosse meritevole di accoglimento.
Sostanzialmente, sempre secondo le accuse, sindaco e consiglieri avevano dichiarato una superficie di cubatura che non era quella reale per edificare.
Accuse che non hanno trovato riscontro nel corso dell’udienza preliminare.
Se per l’abuso d’ufficio il proscioglimento è arrivato per la depenalizzazione, per l’ipotesi di falso è arrivato nel merito: le figure tecniche avevano dato un parere di regolarità conferme alla legge e gli amministratori lo avevano recapito.
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