Bardonecchia dopo il fango tra normalità e fragilità. “Subito le risorse per metterci in sicurezza”


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“Per noi è la seconda volta, e stavolta il danno è stato doppio”.

Gocce di amarezza, nella prima domenica mattina di Bardonecchia dopo la seconda esondazione in due anni, tra una delle case violate dal fango del Frejus nella residua zona rossa. La statale ancora chiusa nel tratto da dopo lo svincolo per il Forte Bramafam verso la località turistica valsusina. Colate da rimuovere prima che induriscano, come due anni, fa mentre poco lontano via Medail è piena di turisti e di lutto, dentro e accanto al negozio di ortofrutta riaperto dagli affetti di Franco Chiaffrino, vittima dell’esondazione.

“La voglia di ripartire c’è sempre”, dice la signora Ugetti dietro al cassa della storica pasticceria poco distante, “ma questo lutto è una grande ferita perché lui era proprio uno di noi”.

Dolore e ripartenza

In delicato equilibrio tra lutto e ripartenza verso una stagione estiva che pare salva, anche grazie al grande lavoro dei volontari che ha permesso di riaprire tutti i ponti, compreso quello di via Montenero proprio in questa domenica. “Adesso che si è capito che il problema è circoscritto alla parte finale del paese”, spiega fiducioso il presidente del Consorzio Turistico di Bardonecchia Giorgio Montabone, “le prenotazioni stanno riprendendo quindi sarà sicuramente un’estate comunque positiva”.

La conferma sembra arrivare nel colpo d’occhio di mezzogiorno, prima che il cielo torni ad annuvolarsi. “Se tutti hanno paura cosa facciamo nella vita, non ci muoviamo più?”, sintetizza una signora, proprietaria di seconda casa.

“Il lavoro fatto ha evitato una strage”

Il comune rivendica quando fatto negli ultimi due anni, dopo il disastro dell’agosto 2023. Il Consorzio Forestale Alta Valle Susa proprio alle 7 di questa domenica ha sorvolato con il drone l’asta del Frejus a monte dell’abitato. Nelle immagini la briglia selettiva che ha fermato quindicimila metri cubi di detriti. “Così”, spiega la sindaca, “si è evitata una strage”. Ha funzionato anche il sistema di allerta dei cittadini implementato a Bardonecchia nelle riunioni dei COC e grazie alla drammatica esperienza pregressa. “Ma servono altri interventi per cui ci sono già i progetti”, torna a ribadire con veemenza la sindaca Chiara Rossetti. Messaggio a Governo e Regione. A chi dovrà decidere quante risorse, questa volta, toccheranno al comune valsusino.

Il ponte della stazione

“Bardonecchia è sempre stato un comune virtuoso e capiente, versa a Roma sei milioni di euro”, torna a precisare Rossetti quando le chiediamo se davvero è intenzionata a trattenere i prossimi cinque anni di IMU in mancanza di stanziamenti celeri. “Dobbiamo poter spendere questi soldi sul territorio per metterlo in sicurezza”. Quindici milioni di euro solo per eliminare il nodo idraulico rappresentato dal ponte della stazione e rifarne uno più a valle. Mentre chi abita in quella zona, nella parte bassa dell’abitato, lunedì ha temuto un remake del disastro e fa i conti con la svalutazione degli immobili. Con la paura che sale, ad ogni allerta meteo.

 

 

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