È la sera del 19 marzo del 1976 a Motticella, una piccola frazione di Bruzzano Zeffirio, nel reggino. Caterina Liberti, come ogni sera, sta tornando a casa insieme alla madre Maria Antonia Tedesco dopo una dura giornata di lavoro nei campi. Sono appena trascorse le 19, è già buio pesto, quando si sente una voce chiamare Caterina. La donna si volta di scatto ma proprio in quell’istante partono due colpi di fucile che la feriscono al torace e al braccio. Caterina cade a terra in una pozza di sangue, la madre urla disperata, chiede aiuto ad alcuni vicini che arrivano e trasportano in auto le due donne all’ospedale civile di Melito Porto Salvo. Le condizioni di Caterina appaiono subito disperate: la operano, le amputano un braccio, ma dopo appena due giorni, all’alba del 21 marzo, muore.
La storia di…
www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2025-03-09 06:54:21 da Redazione Corriere
0 Comments