“Nel 2013 hanno ridotto notevolmente le emissioni di anidride solforosa per non incorrere nella riduzione della produzione. Come si fa a sostenere che non ci sia una colpa almeno generica? Non si sono posti minimamente il problema”.
Così il Pubblico Ministero Elisa Milocco nell’aula magna del Tribunale di Savona nell’ambito del processo legato alla centrale Tirreno Power arrivato praticamente alle battute finali.
Il pm nelle sue repliche (svolte anche dall’avvocato di Medicina Democratica Laura Mara) si è soffermata su diversi aspetti, contrastando le tesi degli avvocati difensori che hanno concluso proprio oggi le loro arringhe difensive.
“Le BAT secondo la difesa sarebbero rivolte solo alle pubbliche amministrazioni, invece sono dei documenti scientifici di settore ma non si rivolgono solo alle pubbliche amministrazioni ma anche alle imprese. Al fine di contenere le emissioni le imprese per ciascun inquinante devono infatti applicare la migliori tecnologie disponibili – ha detto il Pm – Le BAT dicono esattamente le modalità, non solo il valore forchetta, che devono essere attuate per contenere le emissioni. Dicono cosa deve fare Tirreno Power e tutto ciò non è stato fatto – ha proseguito il Pubblico Ministero – Un gestore diligente non si deve limitare solo a rispettare i limiti di legge ma anche le Bat. È anti giuridico il comportamento di chi non le rispetta”.
3 anni e sei mesi erano stati richiesti dal Pubblico Ministero lo scorso 5 giugno per 24 imputati oltre ad una assoluzione.
Era stata richiesta la condanna per Giovanni Gosio, direttore generale dal 2003 al 2014; Massimo Orlandi, presidente del Cda in diversi periodi nonché membro del Comitato di Gestione; Mario Molinari, Andrea Mezzogori, Denis Lohest, Adolfo Spaziani, Jean-Francois Louis Yves Carriere, Pietro Musolesi, consiglieri d’amministrazione; Mario Franco Leone, presidente del «Da» tra il 2010 e il 2014; Giovanni Chiura, Aldo Chiarini, Olivier Pierre Dominique Jacquier, Agostino Scornajenchi, Alberto Bigi, Pascal Renaud, Giuseppe Gatti, Luca Camerano e Charles Jean Hertoghe, consiglieri d’amministrazione e membri del Comitato di gestione negli ultimi anni; Ugo Mattoni, direttore della Direzione Energy Management dal 2004 al 2014; Pasquale D’Elia, capo centrale dal dicembre 2005 al 2014; Maurizio Prelati, direttore della Direzione Produzione dal 2008 al 2014; Andrea De Vito, direttore della Direzione Amministrazione Finanza dal 2007 al 2014; Guido Guelfi, direttore della Direzione Ingegneria dal 2004 al 2014; Claudio Ravetta, direttore Produzione dal 2004 al 2008 e vice direttore generale dal 2008. Richiesta l’assoluzione invece per l’ex consigliere d’amministrazione Jacques Hugè per non aver commesso il fatto.
La Procura nel 2014 aveva sequestrato i gruppi a carbone e ventisei persone tra manager ed ex manager dell’azienda erano stati rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo.
Nel processo erano stati ammessi oltre al Ministero dell’Ambiente, Ministero della Salute, WWF, Medicina Democratica, Greenpeace, Legambiente, Uniti per la salute, Anpana, Codacons, Associazione Articolo 32, Adoc, Accademia Kronos e Associazione Cittadinanza Attiva) anche 48 abitanti.
Negli ultimi 4 anni non sono mancate le diverse audizioni dei testimoni e i consulenti ed esperti di parte dell’accusa, delle parti civili e della difesa.
Il prossimo martedì settembre verranno effettuate le repliche degli avvocati delle parti civili e dei legali della difesa e una settimana dopo, martedì 3 ottore, il giudice Francesco Giannone leggerà la sentenza.
L’articolo “Come si fa a sostenere che non ci sia una colpa almeno generica? Non si sono posti il problema” – Savonanews.it
www.savonanews.it è stato pubblicato il 2023-09-19 18:40:00 da