Consiglio regionale approva legge “Salva Casa Abruzzo”

Consiglio regionale approva legge “Salva Casa Abruzzo”


“Il nostro Consiglio regionale ha prodotto oggi un’ottima norma, che semplifica e migliora la vita di cittadini e imprese in materia abitativa e di edilizia”. E’ il commento del presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, dopo l’approvazione della legge “Salva Casa Abruzzo”.

Il pacchetto di misure in materia di semplificazione edilizia e urbanistica è stato approvato, a maggioranza, nel corso del Consiglio regionale iniziato a L’Aquila questa mattina alle 11. Il provvedimento “Salva Casa” andrà a modificare due leggi regionali di riferimento: la n. 49 del 2012 e la n. 29 del 2022, quest’ultima riguardante le “Disposizioni per favorire il recupero, la riconversione e la riqualificazione delle aree produttive”. L’obiettivo della riforma è agevolare le pratiche di regolarizzazione degli immobili e velocizzare gli iter burocratici legati al settore edilizio.

“Non sarà intaccato nemmeno un centimetro di suolo in più. La norma agisce sulle costruzioni esistenti”, dichiara il Presidente, ed entra nel merito: “i privati cittadini, nel rispetto delle regole dei comuni, potranno recuperare spazi oggi non abitativi, come sottotetti o magazzini, con un regime semplificato per autorizzazioni e rinnovo dei permessi per la costruzione; per le imprese sarà consentito il recupero delle aree industriali dismesse e favorita la riconversione e la riqualificazione delle aree produttive. Tutta l’Assemblea, inoltre, ha stabilito di prorogare lo “stop” ai nuovi centri commerciali in Abruzzo fino al 2030”.

“Portiamo a compimento un denso lavoro che ha visto protagoniste le Commissioni, impegnate per circa sei mesi in un costante lavoro di ascolto di tutti i soggetti competenti in materia: tecnici, enti locali, associazioni di settore, mondo dell’ambientalismo. Ho seguito personalmente l’iter legislativo della norma e sono orgoglioso di avere condotto l’Aula all’approvazione di una legge che restituisce il vero senso di “servizio pubblico” alla nostra regione”, conclude il presidente Lorenzo Sospiri.

Di diverso avviso l’opposizione. Riportiamo una parte della nota arrivata in redazione dal gruppo del M5S.

“In Consiglio regionale, il Movimento 5 Stelle ha votato convintamente contro la legge regionale che recepisce la norma nazionale cosiddetta ‘Salva Casa’, un provvedimento che, dietro la facciata della semplificazione edilizia e della promessa di uno sviluppo a ‘consumo zero di suolo’, nasconde un attacco senza precedenti alla qualità del vivere e dell’abitare nelle nostre città. Con questa legge, se davvero volevano ‘salvare le cas3’ avrebbero dovuto parlare di edilizia economica e popolare, di emergenza abitativa in cui vivono migliaia di persone, la cui povertà sta diventando una vera e propria povertà alloggiativa. Una legge in cui non si contano errori e procedure farraginose che continueranno a cementificare le nostre città e renderanno irrealizzabili processi importanti come la riqualificazione dei distretti industriali”. Lo affermano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Erika Alessandrini e Francesco Taglieri.

“Se veramente volevano ‘salvare la casa’, dovevano affrontare l’emergenza abitativa aiutando quelle famiglie che un tetto sulla testa non ce l’hanno o stanno per perderlo” aggiunge Francesco Taglieri. “In Abruzzo oggi servono investimenti urgenti e seri sull’edilizia popolare, contributi per gli affitti, fondi per sostenere i Comuni che oggi non riescono neanche ad aiutare chi è in morosità incolpevole, visto l’aumento scandaloso della povertà relativa nella nostra Regione. Ma nulla di tutto questo è stato previsto. Con questa legge regionale non si salva la casa ma solo gli interessi di chi sul bisogno di abitare continuerà a speculare”.

“Con questo provvedimento si legittima un’idea pericolosa secondo la quale si può fare tutto e il contrario di tutto, secondo la peggiore tradizione della destra italiana che pensa di risolvere i problemi con sanatorie e condoni. Un messaggio devastante per i cittadini, per le imprese e per la pianificazione urbanistica, di insofferenza alle regole e di abuso della deroga” sottolinea la consigliera Alessandrini.

I CONSIGLIERI REGIONALI DEL PD – LA NOTA

“Grazie alla nostra mobilitazione e alla proposta costruita insieme a Confesercenti Abruzzo, siamo riusciti a ottenere la proroga al dicembre del 2030 del blocco degli insediamenti della grande distribuzione e dei parchi commerciali. Sebbene non sia passata la proposta di stralciare la norma che consente gli insediamenti di media distribuzione nelle aree produttive dismesse, contenuta nel testo varato dal centrodestra, comunque attraverso più di un emendamento e un lavoro importante, siamo riusciti a calmierarne le dimensioni e a evitare i cosiddetti “parchi commerciali” cioè la localizzazione di più superfici di media vendita in lotti adiacenti. Un riscontro che ci vede impegnati, perché ci siano regole rigorose che consentano al commercio abruzzese di resistere e non subire la concorrenza dei grandi”, così il gruppo regionale del PD, proponente le modifiche passate oggi in aula.

“La proposta di legge del centrodestra ha reso possibili le autorizzazioni per le “medie struttura di vendita”, fino ai 2500 mq nelle aree produttive. Strutture dunque chiaramente impattanti, che vengono sdoganate nelle vicinanze di stabilimenti industriali, depositi e in aree interessate da un forte transito di mezzi pesanti – illustrano i consiglieri, Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Di Marco e Sandro Mariani – togliendo ulteriori spazi all’industria e danneggiando il piccolo commercio locale. Con le modifiche apportate oggi, però, siamo riusciti in parte a diminuire l’impatto di questa norma. Infatti, poiché per ciascun lotto sarà possibile insediare media superficie di vendita fino a un massimo di 2.500 mq, nel caso in cui le strutture di vendita dovessero insediarsi in lotti confinanti questi limiti di superficie massima non saranno più per la singola struttura, ma complessivi di tutte le strutture delle aree confinanti. In sintesi, qualora dovessero insediarsi due strutture commerciali di media distribuzione su due aree confinanti, non potranno essere ognuna di 2500 mq, ma questo limite dovrà essere complessivo.

Inoltre, poiché dovrà esserci una precedente ricognizione delle aree industriali dismesse da parte di Arap e del Consorzio Sviluppo Industriale Chieti – Pescara, abbiamo ottenuto che la stessa dovrà ricevere il parere obbligatorio seppur non vincolante da parte della Commissione attività produttive del Consiglio Regionale previa audizione delle organizzazioni di categoria.

Si tratta, nel complesso, di un buon risultato, sia perché siamo riusciti a rimandare al 2030 il blocco dei grandi insediamenti commerciali, che sarebbe scaduto alla fine di quest’anno, arrestando così ulteriori appetiti per l’Abruzzo, regione già oberata, sia perché siamo riusciti, seppur senza ottenere lo stralcio della norma sulla media distribuzione, almeno ad attenuarne l’impatto, anche grazie al sostegno arrivato da Confesercenti, audita in Commissione durante il percorso di questo progetto di legge”.

Al momento del voto finale il PD ha deciso di non prendere parte al voto uscendo dall’aula, in quanto la norma, oltre a queste misure sul commercio nelle aree produttive dismesse, conteneva misure che esulavano dal “salva-casa” che era l’oggetto originario della proposta di legge e molto impattanti sull’urbanistica e sul decreto sviluppo che per come formulate non potevano trovare la nostra condivisione.


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