FOGGIA – Una decina di filmati visionati; circa 50 frame ricavati, decisivi per ricostruire via d’arrivo e di fuga, cambio d’abiti, e immortalare il volto del rapinatore-killer; quindi attraverso alcune testimonianze risalire alla sua identità. Così il tenente dei carabinieri Giansante deponendo in corte d’assise ha raccontato come 6 giorni dopo il delitto si giunse al fermo di Redouane Moslli, 44 bracciante marocchino, reo confesso dell’omicidio a scopo di rapina di Franca Marasco, 72 anni, uccisa con 4 coltellate a collo e addome nella sua tabaccheria di via Marchese De Rosa 100 il 28 agosto 2023. Ammazzata per 70 euro e 2 telefonini da un uomo con guanti e il volto coperto da una mascherina che fece irruzione nel locale poco prima delle 13.
Moslli fu rintracciato la sera del 2 settembre a Napoli vicino alla stazione ferroviaria, riportato a Foggia, fermato l’indomani su decreto del pm Ida Perrone che contesta all’imputato il concorso anomalo in omicidio aggravato dal nesso teleologico (aver ucciso per portare a termine il colpo) e dalla minorata difesa della vittima; la rapina aggravata dai motivi abietti e futili per la modestia del bottino; il porto illegale dell’arma del delitto, un coltello di 18 centimetri. Moslli è difeso dall’avv. Benedetto Maria Scippa: dice che non voleva uccidere; d’aver agito con la complicità di Vittorino Checchia, 73 anni, di Castelluccio Valmaggiore (arrestato il 14 settembre 2023, morto lo scorso 15 giugno in ospedale dov’era piantonato: si diceva innocente) che gli avrebbe indicato l’obiettivo, fornito mascherina e guanti per la rapina, a casa del quale si sarebbe cambiato d’abiti durante la fuga, e con cui avrebbe spartito il magro bottino. I familiari della Marasco si sono costituiti parte civile con l’avv. Giulio Treggiari.
Rispondendo per circa un’ora alle domande di pm e legali, l’ufficiale dell’Arma ha ripercorso le tappe dell’indagine, per la cui soluzione si sono rivelate decisive le telecamere. L’omicida arrivò da corso Roma e fece irruzione nella tabaccheria dove la Marasco era sola e non c’erano telecamere; all’uscita si disfece del coltello ritrovato dai carabinieri e si allontanò in direzione del centro ripreso da vari sistemi di videosorveglianza, facendo tappa in un’abitazione di via Mameli in uso a Checchia dove si cambiò d’abito. Dopo aver individuato nell’arco di 48 ore il volto del rapinatore-killer, gli investigatori giunsero all’identificazione tramite alcune testimonianze, tra cui quella di uno straniero cui Moslli vendette uno dei telefonini rapinati. I carabinieri accertarono anche che l’imputato era arrivato qualche mese prima a Foggia, ed era ospitato in un centro di accoglienza; identificarono in Vittorino Checchia il “Renu” di cui Mossli fece il nome quale presunto complice quando fu interrogato dal pm il 3 settembre in occasione del fermo; verificarono i contatti intercorsi tra i due sospettati attraverso tabulati, testimonianze e video. Prossima udienza il 7 febbraio.
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2025-01-25 13:30:29 da
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