La notizia della dipartita di Papa Francesco, morto questa mattina alle 7.35 all’età di 88 anni dopo 12 anni di Pontificato, ha scosso la comunità foggiana e pugliese, che attraverso le parole dei massimi esponenti delle istituzioni locali e regionali, ha rivolto un pensiero al pontefice argentino di origini italiane.
È morto il Papa! Ma, nello stesso momento in cui ci giunge, sgomenti, questa notizia, in questo lunedì di Pasqua, l’Angelo ci dice: “Non temete!” Non temete, perché solo chi attraversa la morte può entrare per sempre nella luce dell’amore di Dio. Quella luce, della quale papa Francesco è stato un segno, soprattutto quando ha saputo affrontare con serenità la sofferenza. Proprio ieri, per l’ultima volta, ci ha dimostrato che da ogni sofferenza si può continuare a benedire il Signore e a benedire gli altri “urbi et orbi”, nessuno escluso cioè. Non temete, perché la sua voce che, come quella dei veri profeti, ha difeso i poveri e gli ultimi, non muore. Anzi continua a far sentire più potenti i suoi echi, affidati ora alle orecchie e al cuore di chi lo ha saputo ascoltare. Non temete, perché se è morto il papa, anche le guerre che egli denunciava senza stancarsi, hanno le ore contate. Il Signore, infatti, non si lascia scippare l’umanità da coloro che presumono di essere potenti con le armi e con la violenza. Non temete, perché la Chiesa di cui Francesco era il pastore, non muore. Essa vive in Cristo! Vive nella vita dei cristiani! Vive perché, nonostante le sue fragilità e contraddizioni, è la sposa con il quale lo Sposo eterno si è unito per sempre. Non temete, perché egli, dopo aver indicato in tante maniere, qui sulla terra l’orizzonte eterno, ora è chiamato a contemplarlo nella gloria del Cielo.
Il suo amore per la Vergine era il suo segreto più intimo, tanto da non poter fare a meno di venerarla nei momenti più importanti del suo pontificato, fino all’ultimo incontro con Lei a Santa Maria Maggiore, sabato 12 aprile, vigilia della Domenica delle Palme e della sua ultima Settimana Santa. Si sentiva custodito dal Cuore di “colui che ci ha amati” fino a dare tutto se stesso sulla croce e sapeva che nessuno può essere turbato se abita in Cristo con umiltà e gratitudine. Non dimenticheremo il suo amore per gli ultimi, che ora, diventati primi, lo accoglieranno nella gloria eterna. I poveri e gli esclusi della terra erano nel suo cuore e ci ha lasciato come consegna non negoziabile e come sua ricercata eredità la necessità di considerarli tutti fratelli. La Diocesi di San Severo, esprimendo sincera gratitudine per aver avuto per 12 anni il dono del suo generoso ministero apostolico, si unisce alla preghiera della Chiesa intera, consapevole che ogni perdita agli occhi del mondo è un guadagno agli occhi di Dio. Il Signore dia la pace eterna al nostro caro papa Francesco!”
“Dopo aver ricevuto ieri la sua ultima Benedizione Urbi et Orbi dalla loggia della Basilica Vaticana, siamo colpiti questa mattina dalla inattesa notizia della morte del nostro Papa Francesco. Nel dolore di questo momento, ringraziamo il Signore di avercelo donato come Padre e Pastore per 12 anni. Conserveremo gli esempi evangelici che ci ha lasciato e rinnoveremo sempre la nostra adesione alla sede di Pietro”
“L’intera Fraternità dei Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondo, si unisce alle unanimi attestazioni di cordoglio per la morte del Pontefice e, da questa mattina, eleva preghiere corali in suffragio della sua anima, nella certezza che il termine della sua vita terrena sia coinciso con l’inizio di quella eterna, dove egli potrà sperimentare la Misericordia divina, che è stata al centro della sua spiritualità, della sua azione pastorale e del suo Magistero. In particolare, i Frati di San Giovanni Rotondo affideranno l’anima del Santo Padre al Signore nel corso della Messa vespertina di questo pomeriggio, alle ore 18, e nel consueto Rosario serale delle ore 20,45, invocando per lui l’intercessione del loro santo confratello, Pio da Pietrelcina, di cui Bergoglio era devoto fin dai tempi del suo ministero come arcivescovo di Buenos Aires e che, da Papa, ha onorato volendo conferire il mandato ai 1071 missionari della Misericordia, nella Basilica di San Pietro, dinanzi all’insigne reliquia del suo corpo, insieme a quella dell’altro grande confessore cappuccino, san Leopoldo da Castelnuovo”.
“La intensa e dolcissima vita terrena di Papa Francesco si è conclusa oggi lunedì dell’Angelo. È facile immaginarlo adesso accompagnato dagli angeli in Paradiso al cospetto di Dio. Ringraziamo il Signore che ce lo ha donato permettendoci di imparare da lui la semplicità, l’amore per il Creato, il senso della giustizia e della uguaglianza di tutti gli esseri umani. Proseguire senza di lui non sarà facile, ma siamo consapevoli che il suo insegnamento renderà più lieve la nostra fatica”
“Un giorno triste per il mondo e per la nostra Puglia con la quale Papa Francesco aveva un rapporto speciale. Per noi terra di frontiera e di accoglienza, casa di Padre Pio e don Tonino Bello. Per ben cinque volte Papa Francesco é venuto a farci visita, ci ha accolto nel suo abbraccio ed ha ricordato e apprezzato l’amore e l’ospitalità dei pugliesi sempre pronti nei momenti di difficoltà. La sua presenza nella nostra terra resteranno un ricordo indelebile ma anche un impegno”. Lo afferma la Presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone. “Esprimo il cordoglio e la profonda tristezza mia e del Consiglio regionale della Puglia per la perdita di Papa Francesco – dice Capone – Questo mondo aveva oggi ancor più bisogno di lui, della sua guida come costruttore di pace, della sua rivoluzionaria azione capace di avvicinare anche chi per formazione e credo era lontano dalla Chiesa. La sua vita in difesa degli ultimi, dei poveri, dei bambini, delle donne, della natura e dell’ambiente, sia monito per tutti noi. Lascia agli amministratori, ai leader della Terra e ai cittadini tutti un grande esempio di umanità e giustizia sociale che non possiamo disperdere. Mancherà a tutti e tutte noi, facciamoci portavoce e esempio della sua vita”.
Sei stato il Papa degli ultimi e hai lottato fino all’ultimo respiro per un mondo senza guerre e senza ingiustizie. Buon viaggio, Santo Padre di tutte e tutti noi.
“Papa Francesco ci ha lasciati. Lo ha fatto, ancora una volta, in modo disarmante: un risveglio amaro, silenzioso, che segna profondamente questo Lunedì dell’Angelo. Era il Papa che veniva dalla fine del mondo, e proprio lì ci ha insegnato a guardare. Ha trasformato i balconi in abbracci, i silenzi in scelte politiche, la povertà in priorità. Ha ricordato a tutti — credenti e non — che governare è servire, e che le periferie vanno portate al centro. Ci ha mostrato che un’altra Chiesa, un altro mondo, erano già possibili. Ora tocca a noi non smettere di crederci, custodendo la sua voce nelle nostre scelte quotidiane”.
“Buon viaggio, Santo Padre di tutte e tutti noi. Con profondo dolore e commozione, la Comunità accademica dell’Università di Foggia si unisce al cordoglio della Chiesa universale per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco, avvenuta nel giorno del Lunedì dell’Angelo, quando la liturgia cristiana celebra la luce della Risurrezione e la speranza che vince la morte. La coincidenza di questo passaggio con il giorno che segue la Pasqua ci invita a leggere questo momento nel segno della fede che Papa Francesco ha testimoniato con la Sua vita, le Sue parole, la Sua instancabile opera di pastore e di uomo di pace. Il Suo pontificato ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del nostro tempo. Il Suo costante impegno per la giustizia sociale e per la vicinanza agli ultimi, il Suo richiamo costante alla misericordia, alla difesa dell’ambiente, al dialogo tra culture e religioni, al coraggio di affrontare le sfide del mondo contemporaneo, ha rappresentato un punto di riferimento anche per il mondo accademico. Papa Francesco ha rivolto più volte parole di grande significato al mondo dell’Università e della ricerca, riconoscendo in esso un luogo privilegiato di confronto rispettoso delle diversità, di costruzione del pensiero critico e di ricerca del vero, del bene e del bello. Con forte sensibilità, ha incoraggiato il lavoro di docenti, ricercatori e studenti, spronando a coltivare il sapere non come fine a sé stesso, ma come strumento per servire l’umanità, per perseguire il bene comune e per costruire ponti tra culture e popoli. Nel Suo magistero ha spesso ricordato che la conoscenza autentica nasce dall’incontro e dalla capacità di lasciarsi interrogare dalla realtà, soprattutto da quella più fragile e dimenticata. Ha indicato all’Università una missione alta e urgente: quella di essere seminatrice di speranza e di giustizia, luogo di pensiero libero e di profonda responsabilità etica. Come Comunità universitaria, siamo grati per le Sue parole, i Suoi gesti e il Suo pensiero, che continueranno a ispirarci nel nostro impegno quotidiano nella formazione delle nuove generazioni e nella promozione di una cultura della pace, della solidarietà e della cura”
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