Il derby anconetano si accende un po’ troppo: il tecnico dice stop

Il derby anconetano si accende un po’ troppo: il tecnico dice stop

Il derby anconetano si accende un po’ troppo: il tecnico dice stop



Il derby anconetano si accende un po’ troppo: il tecnico dice stop

Un gesto che ha assunto i contorni di lezione. Un derby dorico nella categoria Esordienti, tra il Ponterosso ed i Portuali, ed un clima che si è acceso un po’ troppo, tanto da spingere l’allenatore della squadra dei “Dockers” ad interrompere il match. Prima il richiamo ai suoi giocatori, spiegando che il modo troppo irruento di giocare non era consono all’incontro, poi la decisione da parte di Gianfranco Paolini di chiudere lì il confronto, senza disputare il “quarto tempo” dopo i tre segmenti di gara già regolarmente giocati. Scelta che il mister dei Portuali ha comunicato alla panchina avversaria ed al tecnico del Ponterosso, Gianluca Rossi. Una presa di posizione che ha dato un segnale importante per far capire come, soprattutto a 10-11 anni, sia sempre il divertimento ed il gioco pulito a rappresentare il primo traguardo da raggiungere.

«Sarò sincero – dice Luca Cesaroni, uno dei pilastri del club dei Portuali Ancona, che in pochi anni sono saliti dalla terza categoria alla Promozione – essere balzati agli onori della cronaca per questa vicenda dà una strana sensazione, perché sembra quasi che sia un modo per farci pubblicità quando invece abbiamo sempre volutamente tenuto un profilo basso. Ho parlato con Gianfranco Paolini, e mi ha spiegato che si era reso conto della piega che stava prendendo la gara, al punto da aver già effettuato delle sostituzioni, perché si era accorto che alcuni giocatori erano un po’ troppo irruenti. Ma la sua decisione, personalmente, non fa una piega. Non la vedo proprio come una punizione che ha voluto infliggere alla squadra, perché sarebbe stata penalizzante anche nei confronti di chi invece aveva tutt’altro tipo di atteggiamento. E’ più un rimarcare il ruolo di educatore, prima ancora che di allenatore: nei suoi compiti c’è anche, per non dire soprattutto, far capire la maniera corretta di stare in campo, che viene prima degli schemi. Ovviamente non bisogna criminalizzare ragazzini di questa età – conclude Cesaroni – perché in fondo non sono accadute chissà quali scorrettezze, però era importante dare un segnale in questo senso, fornire un esempio che faccia capire come a volte, più del risultato, conti il modo di affrontare gli avversari».

Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro Micheli, legato a Luca Cesaroni da una lunga amicizia. «Credo che sia una di quelle vicende che suggerisce uno spunto per una riflessione – spiega il presidente del Ponterosso – in quanto mi rendo conto che a volte è facile lasciarsi un po’ andare al pensiero che si sta per perdere una partita. E’ anche una questione di come si vive una sfida sportiva: a volte si esaspera la differenza che c’è tra una vittoria ed una sconfitta, quando invece soprattutto a queste età dovrebbe essere la logica del divertimento a prevalere. Ecco perché ci siamo complimentati con il tecnico dei Portuali per la sua scelta, e perché il nostro allenatore ha avuto lo stesso pensiero nel ritenere che le condizioni per continuare a giocare non fossero più le stesse. Credo che si potrebbe anche arrivare, nei settori giovanili, al punto di…gestire autonomamente certi comportamenti errati, magari sotto forma di esclusione dalla lista dei convocati o sostituendo un giocatore come peraltro è capitato nella nostra partita. In modo da far capire come, prima dell’aspetto sportivo, ci siano correttezza e rispetto a costituire la base dell’attività».


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2023-10-30 16:32:05 da