Inalpi Arena e Palavela, eredità olimpica e futuro. E intanto i conti tornano


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Nate per ospitare durante le Olimpiadi gli sport del ghiaccio, da una parte la sfide tra i giganti dell’hockey, dall’altra i volteggi dei pattinatori, sono le due strutture che nel contraddittorio quadro emerso dalla relazione della Corte dei conti sul post-olimpico, hanno una loro piena sostenibilità economica.

PalaIsozaki promosso

A passarsela meglio è di certo il PalaIsozaki (oggi Inalpi Arena) che con le ATP Finals ha conosciuto visibilità e rilievo mondiale, ma anche in precedenza tra spettacoli ed eventi sportivi, aveva una buona percentuale di occupazione. Nel 2023 ha avuto 127 giorni di utilizzo e ha superato le 500mila presenze e nel caso in cui Torino ottenesse una proroga di almeno due anni per le Finals, la capienza potrebbe crescere di un migliaio di unità. Intanto, già nella prossime edizione delle Finals, i posti disponibili saranno 300 in più. A cambiare il quadro potrebbe essere però l’irrompere sul mercato degli eventi dell’area Santa Giulia di Milano che ospiterà il ghiaccio nelle prossime olimpiadi Italiane, aumentando quindi la concorrenza: uno scenario che Fondazione e Parco olimpico hanno già iniziato a valutare. “Certo, sarà un competitor, anche se il mercato è molto ampio”, dice Francesco Avato, presidente di Fondazione XX Marzo 2006.

Palavela aperto tutto l’anno
 

Un pericolo che riguarda in parte anche il Palavela, anche se la struttura ha trovato una sua vocazione stabile con il ghiaccio: nel 2023 l’impianto è stato aperto tutto l’anno e ha registrato 40mila ingressi. La grande vela progettata nel 1961 e ristrutturata nel 2004 ha però bisogno di un nuovo restyling. Interventi che arriveranno, mentre se Torino tornasse ad avere una squadra nella massima serie del volley o del basket, si potrebbe pensare anche un progetto più radicale capace di permettere al palazzetto di trasformare il suo assetto, da ghiaccio a parquet, nel volgere di pochi giorni. Questa è però una eventualità che esula dalle possibilità del gestore. Perché poi il destino degli impianti sportivi dipende fondamentalmente dalla qualità delle competizioni che si ospitano e per questo serve anche un territorio capace di investire sulle proprie squadre, un elemento che non sempre è stato presente se è vero che sono state altre province del Piemonte a incassare spazio nei palazzetti.
 

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