ANCONA – Due anni di convivenza con una donna che avrebbe offeso, denigrato e costretto anche ad avere rapporti sessuali quando tornava stanca dal lavoro. Alla fine lei lo ha cacciato di casa. E sono arrivati i ricatti e le minacce. «Se ci lasciamo ti rompo tutta casa – gli avrebbe detto lui – ti faccio prendere fuoco la macchina, vai a finire male». Per riavere 7mila euro che avrebbe speso per lei durante la convivenza le avrebbe detto: «O mi dai i soldi che avanzo o sai cosa mi devi dare…» alludendo a prestazioni sessuali. La donna si è rivolta alla questura e ha sporto denuncia. L’ex compagno, 60 anni, è finito a processo per maltrattamenti in famiglia aggravati perché commessi anche davanti al bambino della donna che all’epoca aveva meno di 10 anni. Ieri mattina il giudice Corrado Ascoli ha condannato l’imputato, difeso dall’avvocato Giorgio Canali, a due anni e 8 mesi di reclusione più un risarcimento danni di 5mila euro per la vittima e di mille euro per il bambino.
Madre e figlio erano parte civile con gli avvocati Jacopo Saccomani ed Edoardo Massari. I fatti sono relativi ad un periodo che va dal 2016 al 2018. Durante la convivenza l’imputato sarebbe stato molto possessivo e aggressivo. La donna, 52 anni, sarebbe stata offesa se tornava stanca dal lavoro, costretta ad avere rapporti sessuali e tampinata con telefonate per sapere sempre dove si trovasse. Dopo due anni si è decisa a lasciarlo invitandolo a fare le valige per mandarlo via da casa sua. Sono iniziate le minacce. Stando alle accuse il 60enne avrebbe ossessionato la 52enne con telefonate la donna se non la trovava a casa, poi si sarebbe presentato al lavoro da lei, cassiera in un supermercato, per controllare se stava lavorando. L’imputato ha sempre negato le accuse sostenendo di non aver avuto nemmeno una relazione con la donna.
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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-10-01 08:46:22 da
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