Omicidio Cini, testimonianza chiave in aula bunker in Corte d’Assise

Omicidio Cini, testimonianza chiave in aula bunker in Corte d’Assise


di Ilaria Lumini

PISTOIA – “Litigavano anche per altri motivi, non solo per i soldi”.

Questa mattina nell’aula bunker della Corte d’Assise di Firenze, al processo per l’omicidio di Alessio Cini, è stata ascoltata dai giudici una testimone importante, minorenne, che ha ripercorso i rapporti tra la vittima e l‘imputato, Daniele Maiorino, artigiano aglianese accusato della morte del 56enne.

La testimonianza ha ripercorso alcuni momenti della mattina dell’omicidio, avvenuto l’8 gennaio del 2024, fino all’arresto, dieci giorni dopo, del cognato della vittima, Daniele Maiorino appunto.

“Capitava che gli chiedeva i soldi, 20-10, 50 euro ma non glieli rendeva mai. ‘Tanto non me li rende, mi diceva’”. Litigi quindi, ha spiegato la testimone, che non erano solo limitati al denaro ma anche “alla confusione” che proveniva da casa della vittima quando la figlia invitata alcuni amici a casa.

“Alternava momenti di calma a momenti in cui non riusciva a controllarsi, abbiamo sempre pensato che facesse uso di stupefacenti” ha detto al pubblico ministero, Leonardo De Gaudio, che ha diretto le indagini dei carabinieri.

La testimone ha inoltre raccontato del litigio tra la vittima e il vicino di casa avvenuta a dicembre per una tegola caduta dal tetto. Ed è proprio nelle domande della difesa (il litigio con il vicino di casa è un punto chiave nella tesi difensiva), che è emerso che nel litigio prima di Natale c’era stata anche una minaccia: “Ti taglio la gola”.

In aula è stata inoltre ascoltata il perito, Annalisa Pollio, incaricata dalla Corte di fare chiarezza sulle intercettazioni ambientali e quindi su quei soliloqui che Maiorino avrebbe detto in auto ripercorrendo la morte del cognato.

Trascrizioni però che la Corte ha nuovamente richiesto di analizzare ai periti soprattutto riguardo la frase: “L’ho ammazzato” che in realtà, ha detto Pollio, “Maiorino dice l’hanno ammazzato”.

“Punti controversi fin dall’aresto di Maiorino – speiga il legale dell’imputato Katia Dottore Giachino – noi abbiamo sempre sentito la frase l’hanno ammazzato, invece sulle trascrizioni è stato scritto ‘ho ammazzato’. Il perito dei giudici ha sentito in modo certo “l’hanno ammazzato”, quindi evidentemente c’è un ben contrasto sulle trascrizioni con il perito del pubblico ministero”.

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www.reportpistoia.com è stato pubblicato il 2025-03-20 13:46:27 da Ilaria Lumini


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