Pontinia, «No a un impianto all’ex Mira Lanza»

Pontinia, «No a un impianto all’ex Mira Lanza»

Pontinia, «No a un impianto all’ex Mira Lanza»



Pontinia, «No a un impianto all’ex Mira Lanza»

Un no deciso. E’ quello che la sezione di Latina dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE) ha pronunciato davanti all’ipotesi della costruzione e messa in funzione di un impianto di digestione anaerobica di rifiuti urbani per biometano e compost provenienti da raccolta differenziata denominata frazione organica dai rifiuti solidi urbani (FORSU) all’ex sede della Mira Lanza di Mesa di Pontinia, sulla strada statale Appia tra la stessa Pontinia e Sabaudia. «Queste centrali, come risaputo da numerosi esempi simili in tutta Italia, possono produrre emissioni di sostanze cancerogene – spiega il presidente dell’ISDE Latina Pasquale Milo -. Per cui esortiamo i sindaci di Pontinia e Sabaudia a fare del tutto per impedire la costruzione di nuovi impianti nella nostra provincia».

L’ISDE di Latina si dice contraria alla costruzione di questi impianti nella provincia di Latina e in particolare contraria alla realizzazione di impianti di trattamento della frazione organica dei rifiuti (scarti umidi, urbani ed agricoli) mediante digestione anaerobica, perché definita poco sostenibile e potenzialmente dannosa, oltre che molto costosa. «Come per gli inceneritori di rifiuti – sottolinea Milo -, senza i generosi incentivi statali legati alla produzione di energia, nessun imprenditore realizzerebbe questi impianti, tanto che quando gli incentivi vengono a mancare gli impianti chiudono».

In Italia la FORSU è il 35% della produzione complessiva dei rifiuti urbani e deve essere gestita secondo la gerarchia di priorità individuata dall‘a UE.’Unione europea (Direttiva 2008/98/CE, recepita dal D.LGS 205/210, art.179), che stabilisce le priorità con cui gestire i rifiuti, privilegiando la prevenzione (autocompostaggio) il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia, che è identificabile unicamente con il compostaggio aerobico, mentre la digestione anaerobica (D.A.), che è finalizzata al recupero di energia, è da considerare scelta di secondo livello rispetto al compostaggio aerobico, e questo perché la combustione del biogas prodotta dalla digestione anaerobica, presenta notevoli rischi ambientali e sanitari legati alla presenza di batteri patogeni, alte concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici con successiva contaminazione del suolo, della catena alimentare ed emissione di inquinanti in atmosfera, tra cui particolato, composti azotati, solforati e alcune sostanze cancerogene (diossina, idrocarburi policiclici aromatici e altre), riconosciute tali dalla Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro.

«Per cui tale pratica costituisce un rischio per la salute – osserva il presidente dell’ISDE Latina -, soprattutto nei territori limitrofi e per le famiglie che abitano nella zona attorno a questi impianti. Sono possibili alternative notevolmente più economiche e sostenibili, come la promozione di varie forme di autocompostaggio (domestico e di comunità, ndr) e soprattutto la realizzazione di impianti di compostaggio aerobico tradizionale progettati e dimensionati in base al reale fabbisogno e in base alla normativa europea e nazionale, secondo cui le pubbliche amministrazioni perseguono iniziative dirette a favorire la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti con la raccolta differenziata “porta a porta” se portata alla massima percentuale possibile e con una reale politica del riuso, del riciclo e della riduzione dei rifiuti, per cui non si ha alcun bisogno della realizzazione di un impianto di biodigestione».

Per l’associazione dei medici ambientali lo sviluppo di tali centrali provocherebbe uno sfruttamento intensivo dei terreni agricoli per la coltivazione di materiale, che deve essere poi bruciato e non destinato a consumo umano o animale e determinerebbe inoltre un enorme utilizzo di fertilizzanti e agrofarmaci per tali coltivazioni. «In definitiva, per la produzione di energia pulita basta incrementare le fonti veramente rinnovabili (solare, eolico, moto marino, ndr). Per una gestione sostenibile dei rifiuti basta rispettare la normativa vigente e le direttive europee, mediante l’esclusione dell’incenerimento e un progressivo abbandono dei conferimenti in discarica. Il trattamento d’elezione della frazione organica dei rifiuti urbani è il compostaggio in quanto è il solo che garantisce il rispetto della gerarchia europea nel trattamento dei rifiuti».

In conclusione, Milo aggiunge che bisogna «affrontare il vero problema e ogni amministrazione di città se ne deve far carico e in questo obiettivo futuro non ci sono certamente le centrali, che purtroppo Proseguono ad essere costruite nonostante ce ne siano già a sufficienza. Questo anche alla luce delle recenti restrizioni sull’inquinamento atmosferico, che stanno attuando i Ministeri della Salute e dell’Ambiente italiani, per tentare di ridurre l’emissione di sostanze inquinanti ed evitare il progressivo surriscaldamento della crosta terrestre e tutti i disastri ambientali che da questa ne deriverebbero».




L’articolo Pontinia, «No a un impianto all’ex Mira Lanza»
www.latinaoggi.eu è stato pubblicato il 2023-08-01 14:30:03 da