Precari Asl 1, secondo i consiglieri comunali del Passo Possibile, Azione e 99 L’Aquila la questione è tutt’altro che risolta. La questione dei 150 precari si incrocia con quella del concorso per i 53 amministrativi.
“Secondo quanto riportato dagli organi di stampa, il presidente Marsilio avrebbe salvato i 150 posti di lavoro dei precari della ASL 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila, che sarebbero stati messi in ferie forzate a causa di due direttive regionali che intimerebbero alla ASL 1 la sospensione immediata della procedura di gara per l’affidamento del servizio di supporto amministrativo e tecnico. Se Marsilio, a detta sua, ha salvato i 150 posti non lo ha certamente fatto, come da sempre, attraverso tutte assunzioni dirette e a tempo indeterminato da parte dell’azienda. Ancora propaganda, ancora false aspirazioni”.
Così sulla questione dei precari Asl 1 si esprime la federazione liberal-riformista composta da il Passo Possibile(Americo di Benedetto, Fabrizio Ciccarelli, Emanuela Iorio, Elia Serpetti, Massimo Scimia), Azione(Enrico Verini, Roberta Gargano, Angelo Mancini) e 99 L’Aquila(Gianni Padovani).
“Riprendiamo le sue dichiarazioni: “Non c’è nessun licenziamento in vista, voglio tranquillizzare i lavoratori, le loro famiglie e i sindacati dei lavoratori. Al contrario – ha aggiunto Marsilio – stiamo procedendo alla conclusione di una procedura concorsuale per assumere il personale necessario e superare la stagione del precariato”….
Ora, facciamo i conti della massaia: i somministrati sono circa 150, i posti a concorso 53… qualcosa non torna. Chi è disposto a dire che tra i primi 53 ci siano persone già impiegate come somministrati e che quindi abbiamo stabilizzato 53 precari? Inoltre, se anche nei tre anni di vigenza della graduatoria si arrivasse a coprire l’intero fabbisogno di 150 posti (perché non bandire fin da subito il concorso per la totalità del fabbisogno? Molto probabilmente perché l’incidenza della spesa del personale sulle spese correnti è fuori parametro e quindi blocca le assunzioni?), quante delle persone oggi impiegate nei servizi esternalizzati rientrerebbero e quante ne resterebbero fuori? Il paradosso è che chi ha già lavorato in ASL rischia di restare fuori dalla selezione che dovrebbe garantirgli la stabilizzazione e, amaramente, lo vedremo.
La notizia vera è che si genereranno disoccupati che hanno dedicato oltre dieci anni della loro vita all’azienda sanitaria e si perderanno persone formate e specializzate, con un danno alla qualità dei servizi per il cittadino.
Non solo. Il Presidente aggiunge: “È una triste eredità del passato, quella di avere avuto troppo precariato, troppe esternalizzazioni anche dove non servivano. Noi le stiamo lentamente, ma con determinazione, superando”. È nostro dovere politico ricordare che il sistema degli “interinali-somministrati” all’interno della ASL aquilana è stato impiantato proprio da una Giunta Regionale e da una Direzione aziendale di centro-destra. Un sistema che ha portato benefici e interessi trasversali alla politica che lo ha sdoganato, gestito e manipolato, e che non ha né saputo né voluto risolvere.
In questi anni, sia a livello regionale che comunale, siamo intervenuti in modo deciso e costante, portando sul tavolo politico proposte chiare e concrete che, purtroppo, sono rimaste inascoltate. Già dal 2023, in ambito istituzionale e in assemblee pubbliche, il consigliere regionale Di Benedetto proponeva l’istituzione di una società in house autorizzata dalla Regione Abruzzo, al fine di tutelare chi, in tutti questi anni, ha fatto sacrifici per la ASL provinciale aquilana (questo a tutela del percorso di mantenimento dei costi per servizi e quindi senza gravare sul costo del personale e senza incidere sui necessari rapporti per tipologia di spesa).
In questa direzione il nostro emendamento approvato nel Consiglio Comunale del 24 marzo 2025 che conteneva due punti chiari, netti, tra cui l’impegno per il Sindaco di attivarsi presso la Regione per valutare l’istituzione di una società in house (sulla scorta del Contact Center INPS) in modo tale da dare sicurezza e dignità lavorativa a chi da anni si adopera per la salute dei nostri cittadini.
Ora la politica di governo deve essere equa e deve dare una speranza a chi per tanti anni ha dedicato anima e cuore a un’azienda che si occupa della salute dei cittadini”.
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