Rai, ddl M5S: presidente nominato da Colle, Ad da commissione Vigilanza


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Nella bozza presentata dai pentastellati al Senato è previsto uno stanziamento annuo di 3 miliardi e lo stop al canone

Presidente nominato dal Colle, amministratore delegato nominato dalla commissione di Vigilanza; Consiglio di amministrazione composto da 6 consiglieri più il presidente che dura in carica 6 anni senza possibilità di riconferma. Questo prevede il disegno di legge della governance della Rai, presentato dal M5S al Senato, a prima firma della senatrice Dolores Bevilacqua, del capogruppo Stefano Patuanelli e della senatrice Gabriella Di Girolamo, componente della ottava commissione Lavori e Comunicazione, dove martedì – come annunciato – verranno incardinate le proposte sulla Rai.

In particolare il ddl, visionato da La Presse, prevede che la nomina del presidente del consiglio di amministrazione “è effettuata con decreto del Presidente della Repubblica, che lo sceglie tra persone di riconosciuta onorabilità, prestigio e competenza, notoria indipendenza di comportamenti, che si siano distinte in attività relative all’informazione, alla cultura o all’intrattenimento”. Fa parte del Cda l’amministratore delegato, “nominato dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea tra una rosa di cinque candidati redatta dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni” a seguito di “un invito a presentare candidature provviste di curriculum vitae del candidato e di un documento che illustri le proposte e i piani aziendali che quest’ultimo vorrebbe perseguire durante il suo mandato”.

Scendono a tre, dagli attuali quattro, i membri eletti dal Parlamento: l’elezione avviene in seduta comune, “con scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’Assemblea”, la rosa dei candidati è redatta con sorteggio dall’Agcom a seguito di un invito a presentare candidature. I candidati dovranno avere competenza in area economico-giuridiche, con esperienza dirigenziale almeno triennale presso imprese pubbliche o private, enti o istituti di ricerca pubblici o privati operanti a livello nazionale o internazionale nei settori della radiotelevisione e delle reti di comunicazione elettronica; competenze tecnico-scientifiche con esperienza dirigenziale almeno triennale presso imprese pubbliche o private. Passano invece a due i consiglieri designati dall’assemblea dei dipendenti della Rai.

Ddl M5S su riforma Rai: 3 miliardi di finanziamento annuo, stop canone e porte girevoli politica-cda

Il servizio pubblico alla luce del ‘Media Freedom Act‘, “per assolvere alla sua funzione di fornire a tutti i cittadini imparzialità e completezza d’informazione e tutela delle varie componenti della società, ha necessità di essere reso indipendente dalle ingerenze politiche attraverso due fondamentali accorgimenti. Il primo riguarda il neutralizzare le cosiddette ‘porte girevoli’, ovvero la possibilità che soggetti che abbiano ricoperto nel recente passato ruolo e incarichi politici a vari livelli trovino spazio all’interno del consiglio di amministrazione della RAI. Il secondo è quello che, attraverso la previsione di entrate economiche certe, slega il servizio pubblico dalla dipendenza economica dall’esecutivo del momento“. È quanto si legge nella relazione che accompagna il disegno di legge della governance della Rai, presentato il Senato dal M5S, a prima firma della senatrice Dolores Bevilacqua, componente della commissione di Vigilanza.

In particolare, l’articolo 2 del ddl, visionato da LaPresse, determina le modalità di finanziamento del servizio pubblico prevedendo uno stanziamento di entrate statali di almeno 3 miliardi di euro annuali, prevedendo lo stop al canone. “Il finanziamento del servizio pubblico generale radiotelevisivo – si legge nel ddl – è assicurato dallo stanziamento di risorse statali determinate, unitamente all’affidamento della concessione e per tutta la sua durata, sulla scorta degli oneri sostenuti nell’anno solare precedente l’affidamento per la fornitura del suddetto servizio, prendendo anche in considerazione il tasso di inflazione programmato e le esigenze di sviluppo tecnologico delle imprese. In ogni caso, le risorse statali minime da assegnare annualmente non possono risultare inferiori ai 3 miliardi di euro”; infine, è abrogata la legge del 1938 riguardante la disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni.

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www.lapresse.it è stato pubblicato il 2024-09-27 16:56:39 da LaPresse


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