Controlli mirati sul territorio; monitoraggio del rispetto dei tempi per visite specialistiche, ricoveri ed esami diagnostici; verifica delle agende di prenotazione delle strutture pubbliche e private convenzionate.
In Lombardia anche i Nas vigileranno sulla situazione delle liste d’attesa attraverso un protocollo, il primo in Italia di questo tipo, sottoscritto tra la Regione e il Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute.
L’obiettivo, ha spiegato il governatore Attilio Fontana, è “capire le ragioni per cui noi continuiamo ad aumentare l’offerta e l’erogazione di prestazioni ma, nonostante ciò, le liste d’attesa non si abbattono ma anzi rischiano di aumentare” a fronte di “un impegno disumano”.
Per questo i controlli saranno gestiti anche da un organismo terzo come i Nas per affrontare una situazione “anomala”.
L’esempio fornito dal presidente lombardo è quello che riguarda l’Ats di Milano, che serve un’area abitata da oltre 3,2 milioni di persone. “Lo scorso anno – ha ricordato – sono state erogate 62 milioni di prestazioni ambulatoriali”.
Più o meno l’equivalente di 19 prestazioni per ogni cittadino. “Dobbiamo cercare di capire se alla base ci sia una gente molto malata o una cittadinanza per la quale vengono fatte magari delle richieste inappropriate o eccessive. Qualche dubbio ce lo dobbiamo far venire perché altrimenti rischiamo di iniziare a cadere in un burrone senza trovare una soluzione”.
Critiche le opposizioni. Per il Pd l’intesa con i Nas “è una incredibile ammissione di debolezza e di incapacità di controllare il sistema sanitario lombardo” e i carabinieri “dovrebbero piuttosto mandarseli in giunta, per beccare chi fa il furbo e scoperchiare un sistema che premia i grandi gruppi privati”.
Il servizio di Giuditta Castellanza
www.rainews.it è stato pubblicato il 2025-05-05 18:12:00 da
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