“Ci sono poche certezze nella vita che non dovremmo mai mettere in discussione: come il fatto che ognuno è responsabile delle proprie azioni“, lo scrive il capogruppo di Imperia Rinasce ed ex candidato sindaco del centrosinistra Ivan Bracco a proposito dello sfogo di Scajola che sentendosi, evidentemente, accerchiato ne ha avute un po’ per tutti.
Dopo quella di Lucio Sardi, dunque, arriva la replica anche di Bracco
“Tutti, nessuno escluso. Nemmeno un uomo di 75 anni a cui l’esperienza dovrebbe aver insegnato tanto; nemmeno un uomo di 75 anni che ha scelto di fare il sindaco e che, in quanto tale, dovrebbe tenere in ogni occasione un comportamento irreprensibile come stabilito dall’articolo 54 della Costituzione“.
“Scajola era responsabile di se stesso quando, appena nominato ministro, impartiva gli ordini che hanno portato al tragico G8 di Genova; lo era anche quando avrebbe favorito la latitanza di Matacena o quando avrebbe insultato il comandante della polizia locale o, ancora, quando ha dato del ‘rompicoglioni’ a Marco Biagi e ha definito ‘minchiata’ la legittima decisione di un giudice o quando ha tentato di far abbattere un terrazzino regolarmente autorizzato che non gli garbava”.
“Nessuno vuole deliberatamente fare del male a lui o alla città di Imperia, città che tutti vogliamo far crescere e prosperare, ma la legge esiste e non può essere sovvertita a suo uso e consumo. Un uomo che è stato ministro dello Stato dovrebbe sapere più e meglio di altri che tutti sono tenuti a rispettarla e ad assumersi le proprie responsabilità davanti ad essa”.
“Cercare dei ‘terzi’ su cui scaricare le responsabilità delle azioni di Scajola sarebbe sminuire e mettere in ridicolo la sua persona e questo sarebbe terribilmente sconveniente: non solo perché parliamo di un uomo di 75 anni che merita comunque e sempre rispetto ma anche perché, lo ripetiamo, quest’uomo svolge una funzione pubblica. È giusto quindi che dia conto delle sue azioni senza attribuirne la responsabilità ad altri, senza cercare negli angoli bui delatori o nemici che non ci sono, senza nascondersi dietro alibi o motivazioni che alla legge non interessano perché la legge considera solo i fatti”.
“È troppo facile (e poco onorevole) scaricare sugli altri il peso delle proprie azioni e fingere di piangersi addosso intervenendo ancora una volta artificiosamente sulla realtà. Nessuno intende sovvertire l’esito democratico delle urne ma ognuno deve svolgere il suo ruolo nel rispetto delle regole e l’opposizione fa semplicemente l’opposizione (forse per la prima volta da anni) avvalendosi di tutti i mezzi che la legge mette a sua disposizione. Anche perché, ricordarlo è sempre utile, Scajola è stato eletto sindaco con il 63% dei voti del 50% degli aventi diritto e circa 12.000 persone , evidentemente disilluse, scelto di non recarsi alle urne. Ci teniamo, infine, a ricordargli che essere sindaco non vuol dire svolgere un mestiere ma mettersi al servizio dei cittadini, a cui si deve sempre e comunque rispondere, e rappresentare la parte politica che lo sostiene; una parte politica che forse non condivide o apprezza sempre il suo comportamento“, conclude Bracco.
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