“A Imperia l’acqua è stata regalata al privato, contro la volontà popolare” – Lavocediimperia.it

“A Imperia l’acqua è stata regalata al privato, contro la volontà popolare” – Lavocediimperia.it


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“A Imperia l’acqua è stata regalata al privato, contro la volontà popolare” – Lavocediimperia.it

Tutti ne parlano, troppi cavalcano euforicamente una notizia che personalmente ci lascia solo l’amaro in bocca.” Così Loredana Modaffari, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale a Imperia, commenta la deliberazione di Arera che ha bocciato i maxiconguagli di Rivieracqua.  

La consigliera punta il dito contro l’abbandono delle attività costrette a chiudere, contro le famiglie che hanno dovuto rinunciare a beni essenziali pur di non rimanere senz’acqua, e contro cittadini “che hanno chiesto di essere ascoltati ma sono stati allontanati. L’intervento si scaglia anche contro l’atteggiamento della maggioranza, che ha lasciato l’aula al momento della discussione di una mozione sul tema, isolando i comitati e quei pochi consiglieri comunali di minoranza che avevano offerto il proprio tempo per cercare soluzioni condivise. “Non sarebbe stato meglio accettare un confronto democratico?” si chiede Modaffari.

In questa Città per far quadrare i conti non si guarda in faccia a nessuno e si negano diritti fondamentali e inalienabili“, denuncia, ricordando il referendum tradito e il malcontento ignorato della cittadinanza. “A Imperia l’acqua di tutti, bene comune che avrebbe dovuto essere sottratto alle logiche di mercato, è stata regalata al privato con grandi manovre e scuse traballanti”.

Loredana Modaffari critica duramente anche la gestione economica della vicenda: i soldi dei cittadini imperiesi sarebbero stati usati per salvare una società che forse andava smantellata, “per poi essere recuperati tramite aumenti in bolletta e un finanziamento da 16 milioni di euro attraverso il PNRR, il cui impiego resta ancora incerto”.

E che ne sarà del concordato ?” si chiede Modaffari, ribadendo “che non c’è nulla da festeggiare, ma solo da aprire gli occhi e cambiare passo”.

L’appello finale è un invito all’impegno civico: “Bisogna osservare, interessarsi, supportare chi è sul campo, ascoltare e raccogliere i bisogni reali delle persone. La guerra contro l’arroganza del potere è solo all’inizio”.



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