“Sei una poco di buono, vai a letto con gli stranieri in cambio di …

Una gelosia folle e immotivata quella che è costata a un 38enne una condanna a 2 anni e 8 mesi per maltrattamenti in famiglia dopo aver ricoperto di insulti e percosse la compagna 40enne. Le prime avvisaglie delle condotte violente dell’uomo risalgono al 2015 quando, certo di essere tradito, aveva aggredito la donna per farsi consegnare il cellulare e controllare il suo contenuto. Per raggiungere lo scopo, il 38enne non aveva esitato a picchiarla e a scagliarle contro quanto aveva trovato a portata di mano. Successivamente, convito che la compagna avesse baciato il fratello di un’amica, era tornato ad alzare le mani su di lei prendendola a schiaffi. Ossessionato dall’idea di essere tradito, l’uomo l’aveva più volte insultata sostenendo che era “una poco di buono” e di “andare a letto con gli stranieri in cambio di droga” arrivando a sostenere che il figlio nato dal loro rapporto non era il suo ma era stato concepito con un amante.

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Proprio questa convinzione aveva portato il 38enne non solo a continue offese, anche davanti ad altre persone, ma a disinteressarsi del tutto del bambino e delle necessità economiche della donna ritenendo di essere stato “fregato” da lei. Il piccolo, nato con dei gravissimi problemi di salute, era poi deceduto all’età di 4 anni. Un’escalation di violenze che, nel 2022, avevano portato la 40enne alla decisione di lasciare il compagno scatenando nell’uomo nuovi accessi d’ira sfociati in una sequela di aggressioni fisiche e di umiliazioni arrivando a sfasciare completamente gli arredi di casa per poi obbligarla a ripulire. Esasperata si era ricolta alle forze dell’ordine denunciando, oltre ai maltrattamenti, anche di essere stata violentata e torturata dal compagno nel corso di una feroce litigata.

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In seguito alla denuncia, l’uomo era stato sottoposto dal gip al divieto di avvicinamento all’ex compagna per poi finire a processo con le accuse di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Difeso dagli avvocati Paolo Righi e Alessandro Pierotti, nel corso del dibattimento davanti ai giudici del Collegio i legali del 38enne hanno messo in dubbio la credibilità della vittima, costituitasi parte civile con l’avvocato Linda Adreani, per una serie di problemi legati all’uso di stupefacenti e psicofarmaci. Il pubblico ministero Luca Bertuzzi aveva chiesto una condanna a 5 anni di reclusione ma, il Collegio, ha ritenuto l’uomo colpevole dei soli maltrattamenti ritenendo che l’accusa di violenza sessuale aggravata non sussistesse con la difesa che ha già preannunciato ricorso in Appello.