Incendio e morte nell’ospedale di Tivoli nella notte dell’Immacolata. Un rogo di vaste proporzioni ha avvolto il San Giovanni Evangelista alle 22,30 circa di venerdì 8 dicembre. Fiamme che hanno sprigionato un fumo denso che ha invaso la struttura. Sono tre i morti. Romeo Sanna e Pierina Di Giacomo di 86. E Giuseppina Virginia Facca di 83 anni. Paura tra i pazienti, circa 200, che sono stati portati via dalla struttura. Tra questi ci sono 7 bambini e una donna incinta messa in salvo con un’autoscala, e i pazienti Covid che si trovavano nel reparto al piano meno uno.
La Procura di Tivoli apre un’inchiesta: posti sotto sequestro piazzale e pronto soccorso
La procura di Tivoli ha aperto un’inchiesta: è stata disposta l’autopsia sui corpi delle vittime. Le indagini sono affidate alla polizia e ai vigili del fuoco. I carabinieri hanno messo in salvo le sacche di sangue per le trasfusioni e hanno partecipato allo sgombero totale dell’ospedale. La Procura ha ha disposto il sequestro di parte dell’ospedale San Giovanni Evangelista andato in fiamme questa notte. Si tratta del piazzale adiacente alla struttura e di parte del pronto soccorso interessata alle fiamme
Drammatico incendio a Tivoli, le fiamme avvolgono l’ospedale: le prime immagini dei vigili del fuoco
Le ipotesi sulle cause dell’incendio
Alle 10 è chiaro a tutti come sia stato messo in ginocchio l’ospedale di Tivoli. A prendere fuoco sono stati i rifiuti, ammassati in gran quantità, in un’area all’aperto. Sotto le finestre del pronto soccorso. Rifiuti speciali e alcuni anche pericolosi. In questa parte dell’ospedale, che dà su viale Roma, la facciata è annerita. I vigili del fuoco hanno già “smassato”, come si dice in gergo, i rifiuti ancora caldi. La fiammata è arrivata dentro i reparti e da lì è stato l’inferno.
Adesso la scientifica della polizia e gli esperti dei vigili del fuoco dovranno ricostruire come quell’incontro ha preso vigore. C’è stata una negligenza o si è trattato di altro? La procura coordina le indagini che saranno abbastanza complicate. “Quello che vede adesso è la metà di quanto ha preso fuoco”, spiega un pompiere. Vicino ai rifiuti bruciati c’è un capannone, anche questo stipato con sacchi di rifiuti. È ci si chiede se qualcosa nello smaltimento non sia andato per il verso giusto.
I pazienti rimasti in trappola: “Abbiamo sentito puzza di plastica poi è andata via la corrente”
Nonostante il personale dell’azienda sanitaria abbia messo in atto il piano di evacuazione in breve tempo, alcuni pazienti sarebbero rimasti intrappolati nel reparto al secondo piano di Medicina trasfusionale e in terapia intensiva neonatale, al quinto piano, dove sono ricoverati tre bambini monitorati da personale del 118 perché non si possono trasferire. Molti neonati sono stati portati nelle ambulanze e altri pazienti nella vicina palazzina del Cup. Centocinquanta posti letto, intanto, sono stati allestiti temporaneamente in una palestra. La parte più colpita dell’ospedale è l’ala che si affaccia su via Roma.
“Ero al reparto di medicina d’urgenza e formalmente sono ancora ricoverato – spiega un paziente -. Sto in pigiama da ieri notte. Ho sentito puzza di plastica, poi sono uscito di fuori e l’odore era ancora più forte.
A un certo punto è andata via la corrente. Siamo rimasti al buio. Fortunatamente eravamo in due di dodici persone che deambulavano. Abbiamo cercato di dare una mano poi ci hanno fatto uscire perché era troppo pericoloso. Gli altri dieci sono portati via dai soccorritori”.
Franco, salvo passando per la camera mortuaria: “Camminavo tra i morti”
Franco ha 65 anni, sta per lasciare la palestra Maramotti, trenta metri dall’ospedale San Giovanni Evangelista. È tra i pazienti messi in salvo nella notte di fuoco e morte. “Ero ricoverato in Medicina da sabato scorso per un problema alla gamba dovuto al diabete. L’incendio è scoppiato proprio sotto al nostro reparto”, racconta. E ricostruisce come si è messo in salvo.
“Ci hanno detto di aspettare un po’ quando si è diffusa la notizia di un incendio ma poi il fumo è aumentato, la luce se n’è andata e allora siamo usciti, chi poteva, con le proprie gambe. Io sono arrivato a tentoni in una parte dell’ospedale, era l’unica via per la fuga, vedevo la luce fuori – continua il racconto, il viso provato dalla notte insonne e dalla paura – Mi facevo largo con le mani e a un certo punto ho toccato una persona distesa e gli urlavo di alzarsi, di mettersi in salvo. Era buio pesto. Ma non si muoveva. Poi ho percepito che c’era un altro corpo. Ero in mezzo ai morti della camera mortuaria. Era quella l’unica via di fuga. Allora ho accelerato il passo, insieme a un paziente che come me poteva camminare. Sono uscito fuori e solo allora ho capito che ero salvo”.
L’incendio dal reparto per rifiuti speciali
I vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile la struttura dell’ospedale dopo avere sgomberato all’alba gli ultimi pazienti. In tutto le persone messe in salvo sono 160. Da un primo sopralluogo a fiamme spente, i vigili del fuoco hanno ricostruito che il rogo sarebbe partito da alcuni rifiuti speciali che si trovavano in una paizzola dell’ospedale. Da quel punto le fiamme si sono propagate all’interno della struttura, prima al piano meno tre dove c’è anche il pronto soccorso e poi agli altri reparti.
Dal piano -2 dell’ospedale le fiamme hanno raggiunto il pronto soccorso e la Terapia intensiva. Altri reparti non sarebbero stati invece toccati, ma il fumo molto denso ha invaso tutto l’ospedale e per questo si è resa necessaria l’evacuazione dell’intera struttura.
Le indagini dei carabinieri chiariranno l’esatta dinamica. Aperto con urgenza il coc, il tavolo per le emergenze, tra protezione civile, forze dell’ordine, sindaco e prefettura.
Il presidente della Regione Rocca: “Problemi antincendio in molti ospedali”
“Ci vorranno giorni per avere risposte, stanno facendo i rilievi. Per questo c’è la Polizia scientifica, i tecnici dei vigili del fuoco”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che stamane si è recato all’ospedale San Giovanni Evangelista a Tivoli dove la scorsa notte è divampato un rogo di vaste dimensioni, rispondendo alle domande dei cronisti inerenti le cause dell’incendio. “Per questo l’area è sotto sequestro – ha aggiunto – il pm vuole capire la natura, come è stato possibile”. Rocca ha poi spiegato: “La sicurezza negli ospedali per noi è una priorità, non a caso abbiamo messo risorse, centinaia di milioni, per l’antincendio e l’antisismica. Continuiamo a lavorare, tanti ospedali nel Lazio hanno problemi antincendio”.
Il ministro Schillaci a Tivoli: “Terribile tragedia”
“Lo spaventoso incendio divampato all’ospedale di Tivoli è una tragedia terribile. Ai familiari dei quattro anziani che hanno perso la vita rivolgo il mio sincero cordoglio e la mia vicinanza”: lo dichiara in una nota il ministro della Salute, Orazio Schillaci, prima di recarsi a Tivoli.
“Sono in costante contatto con il presidente Rocca, il quale mi ha assicurato che tutti i pazienti sono stati messi in sicurezza e siamo pronti a dare il supporto necessario”, si legge ancora nella nota.
“Ringrazio tutti gli operatori coinvolti nelle attività di soccorso, i medici e gli infermieri che stanno garantendo assistenza e le strutture sanitarie che si sono attivate per accogliere i pazienti trasferiti da Tivoli. Auspichiamo – conclude il ministro – che le indagini chiariscano al più presto le cause che hanno portato al rogo”.
www.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-12-09 13:50:29 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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