Un docufilm sull’artista Massimo Biagi e i suoi autoritratti

Un docufilm sull’artista Massimo Biagi e i suoi autoritratti



di Stefano Di Cecio

PISTOIA – Alla sezione Soci Pistoia di Unicoop il prossimo 31 ottobre alle 16,00 verrà proiettato un docufilm di Debora Di Bella e Emanuele Bartolomei su Massimo Biagi “Miradario”. Il titolo è “Come si diventa ciò che si è” – dal Grafismo al Figuratismo fino agli autoritratti. La proiezione verrà presentata da Stefano Veloci. Abbiamo incontrato sia l’autrice del docufilm sia l’artista stesso per sapere qualcosa di più sui contenuti dell’opera.

Biagi, Autoritratti

Dice Debora Di Bella che “questo filmato nasce praticamente dal lavoro che stiamo facendo al nuovo archivio. Abbiamo deciso di fare una selezione dei moltissimi documenti esistenti riguardanti Biagi, abbiamo fotografato e registrato tutto. Nel filmato si trovano tutte le opere dagli anni 70 ad oggi, ed è una storia vera”. L’opera è divisa in due parti, la prima è dedicata agli anni della sperimentazione e della didattica, mentre la seconda riguarda l’SCDA acronimo di Sistema Chiuso dell’Arte, che è una critica aperta al sistema dell’arte che Biagi fa sin dagli anni 80.

“All’interno di questa, continua Di Bella, vediamo scorrere una serie di opere di vari periodi, su basi musicali, su rumori veri dell’universo e dei pianeti, perché ad un certo punto della sua carriera Biagi si interessa di universo, di unità e di frammento”. Biagi trae qualcosa da ogni conversazione che fa e sono tantissime. Dalla discussione con Stefano Veloci ad esempio, ha creato oltre 300 ritratti. “Chiaramente per motivi di tempo e di spazio, nonostante l’opera duri 2 ore e 40, non abbiamo avuto modo di inserirle tutte”.

Un docufilm sull’artista Massimo Biagi e i suoi autoritratti
Massimo Di Biagi e Debora Di Bella

Le abbiamo chiesto se è prevista una successiva distribuzione del docufilm, Di Bella ci ha risposto di sì e, fra le proiezioni previste, anche una presso la Fondazione Vivarelli presentata da Roberto Cadonici. Sulla durata abbiamo chiesto se può in qualche modo spaventare lo spettatore, “pensiamo di sì ma è una scelta, non per spaventare tout court  lo spettatore ma per aiutarlo ad allontanarsi da quella frenetica e tipica dei contenuti social ed avvicinarsi a quella dei lungometraggi di anni fa, al senso ed ai tempi veri delle cose”.

E’ stata la volta poi di Massimo Biagi a cui abbiamo chiesto come sia arrivato agli autoritratti. “Ho cominciato a farli e ora sono circa 300, l’autoritratto è il recupero vero dell’identità. Il mio primo lavoro è stato una ricerca attraverso le avanguardie decisive, poi ad un certo punto ho tentato di fare  io un’avanguardia che si chiama graficismo con alcuni giovani che ho portato avanti io insieme ad Anna Brancolini, cominciai nel 1975. Negli USA il graffitismo e la transavanguardia cominciano negli anni 80. Quindi i nostri pistoiesi si sono sempre mossi in anticipo sui tempi. Poi naturalmente il problema è sempre quello di vivere in provincia, lontani dai palcoscenici importanti”.


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www.reportpistoia.com è stato pubblicato il 2024-10-26 17:47:00 da Stefano Di Cecio


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