a Falconara torna la paura. Le prime reazioni: «Nessun “alert” ai c…

a Falconara torna la paura. Le prime reazioni: «Nessun “alert” ai c…


FALCONARA MARITTIMA – Fiamme, paura, e la memoria che corre indietro nel tempo, all’angoscia per gli incidenti avvenuti che in alcune circostanze avevano assunto connotati tragici, con il decesso di alcuni operai. Prima attorno alle 22.30 la deflagrazione, avvertita anche a diversi chilometri di distanza, poi le fiamme che si sono sprigionate nel cuore della Raffineria Api. Nitidamente visibili, con il fumo che ha avvolto la struttura ed un odore pregnante di idrocarburi progressivamente emanatosi, tali da generare numerose telefonate dei cittadini allarmati arrivate al centralino del 112 per richiedere informazioni. Il problema, a quanto si è appreso, si è verificato in uno degli impianti di desolforazione del gasolio, da cui sarebbe scaturito il rogo per il quale sono state subito attivate tutte le procedure di sicurezza interne.

Immediato l’intervento dei vigili del fuoco accorsi sul posto a supportare il lavoro del personale interno: sono arrivate squadre da Ancona, Jesi e Senigallia, e successivamente anche da Macerata e Fermo, coordinate dal comandante Patrizietti al fine di circoscrivere le fiamme e tenerle sotto controllo fino allo spegnimento. Erano stati allertati, fino alle 7 di stamattina, anche i medici del notturno dell’ospedale regionale di Torrette per eventuali emergenze mediche che non si sono però verificate. Le operazioni si sono concluse intorno alle 3.30 circa: le 25 unità, dopo le verifiche del caso anche strumentali, effettuate con l’ausilio dei tecnici dello stabilimento, sono quindi rientrate. La viabilità sulla via Flaminia non ha risentito dell’incidente né il traffico ferroviario – momentaneamente fermati nell’immediatezza dell’esplosione e nei concitati momenti successivi alle prime fiamme che si sono propagate – ma poi regolarmente ripristinati. Non si sono registrati feriti ed intossicati, sebbene la sensazione di paura sia tornata nuovamente ad accompagnare la gente della città.

Non sono mancate le prime reazioni all’accaduto, con il Comitato Mal’Aria Falconara-Castelferretti che parla di gravi lacune in merito alla comunicazione necessaria per informare i cittadini. «Siamo tutti ostaggio di un qualcosa che non è compatibile con questo territorio – si legge nella nota stampa – l’azienda non è compatibile, le istituzioni che ci dovrebbero rappresentare non sono compatibili, gli enti di controllo. Non siamo disposti ad ascoltare per l’ennesima volta frasi come: “…incidente minore, nessun rischio per la gente, intervenuti subito…per fortuna che il vento tirava verso mare, dopo poco le fiamme erano già state domate.…”. Perché sono frasi che arrivano dopo, dopo è facile. È prima invece che occorrerebbe applicare il principio di precauzione, quando per minuti interminabili la gente più a ridosso dell’impianto si chiedeva se fosse il caso di evacuare, di portarsi a distanza maggiore. Minuti preziosi, che si sono persi nel silenzio totale di chi aveva la responsabilità di informare, di dire qualcosa, anche qualora si fosse ritenuto di dire di restare a casa e non muoversi».

a Falconara torna la paura. Le prime reazioni: «Nessun “alert” ai c…

«I cittadini sono rimasti all’oscuro di quanto stava avvenendo – attacca il consigliere regionale Dem Antonio Mastrovincenzo – e informati solo dalle terribili immagini dei social. Il Comune non ha inviato alcun segnale acustico di allerta alla gente, né è stato attivato il sistema di messaggistica whatsapp. Quello di ieri è l’ennesimo inaccettabile gravissimo episodio nel corso che si verifica all’interno della Raffineria e che mette a rischio l’ incolumità e la salute di lavoratori e cittadini. Oggi depositerò una interrogazione urgente in Consiglio regionale per conoscere le cause di questo ennesimo grave incidente; i motivi per cui il Comune di Falconara non ha comunicato tempestivamente nulla alla gente; quale è stata in questi anni l’attività del Tavolo interistuzionale istituito durante la scorsa Legislatura proprio per monitorare lo stato del sito, verificare l ‘adeguatezza del piano di emergenza esistente a tutela dei lavoratori e dei cittadini, definire linee guida per affrontare le problematiche ambientali esistenti e future; se il Presidente Acquaroli ha intenzione di sollecitare la proprietà dell’Api a presentare un radicale piano di riconversione del sito verso attività ambientalmente sostenibili, così come peraltro previsto anche dalla Risoluzione approvata all’unanimità in Consiglio Regionale il 24 aprile 2018, su mia proposta».

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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2025-03-22 11:33:37 da


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