ANCONA – I dazi doganali che Donald Trump dovrebbe a breve mettere sui prodotti europei, dunque anche italiani, costituirebbero un grave danno per le imprese della nostra regione. A dirlo è Confartigianato Marche che fa notare come «Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di destinazione per i prodotti delle Marche, più del 9% del nostro export complessivo regionale viaggia verso il paese a stelle e strisce». Così «Lo spettro dei dazi preoccupa le nostre aziende soprattutto quelle manifatturiere che già stanno soffrendo una situazione geopolitica complessa. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato ammonta a 1.832 milioni di euro l’export manifatturiero verso gli Usa negli ultimi 12 mesi, fino a settembre 2024».
Secondo l’associazione di categoria, ovviamente contraria a questo eventuale provvedimento, invece «le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci». A sottolinearlo sono la presidente ed il segretario di Confartigianato Marche Moira Amaranti e Gilberto Gasparoni. «Gli Stati Uniti – prosegue a spiegare Confartigianato Marche – sono il primo mercato nel mondo per 43 prodotti italiani, tra cui alcune produzioni ad alta tecnologia come i macchinari e prodotti con una marcata vocazione artigiana come la gioielleria e oreficeria, l’occhialeria, i mobili per la casa, gli articoli sportivi, il vetro e la ceramica artistici, gli strumenti musicali». Dunque «per le nostre imprese si apre una sfida da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della nostra manifattura, prodotti distintivi che i mercati sanno riconoscere e apprezzare». E ancora, sempre «secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, il grado di esposizione sul mercato statunitense, misurato come rapporto tra le esportazioni nell’ultimo anno sul valore aggiunto, è pari per le Marche al 4,7%: è dell’8,6% per la provincia di Ascoli Piceno, del 6,1% per la provincia di Ancona, del 3,9% per Pesaro Urbino, del 2,3% per Fermo e dell’1,9% per Macerata», mentre «la principale voce di esportazione dalle Marche verso gli Stati Uniti è rappresentata nei primi nove mesi del 2024, dagli articoli farmaceutici con 220,2 mln di euro, in diminuzione del 5,8%. Seguono macchinari e attrezzature con 17,8 milioni, in calo dell’11,4%, poi i prodotti in metallo con 99,4 milioni, -3,8%, pelli e calzature con 96,9 milioni, -10,1%, i mobili con 81,7 milioni, +3,4% e apparecchiature elettriche con 52,8 milioni, +28,5%».
Risultano tuttavia in crescita anche «gli alimentari, gli articoli di abbigliamento, i prodotti chimici, gli articoli in gomma e le materie plastiche. E poi gli autoveicoli, i rimorchi e i semirimorchi, oltre alle altre manifatture». Complessivamente quindi «le esportazioni manifatturiere, al netto del settore farmaceutico, nei primi 9 mesi del 2024 sono in aumento del 5%, pari a 34 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2023». Confartigianato esprime poi «forte preoccupazione per le ripercussioni sulla moda, anche in considerazione del fatto che il 2024 è stato uno degli anni peggiori per il settore. I dazi Usa colpirebbero un tessuto produttivo e occupazionale già in difficoltà, in cui prevalgono gli artigiani e le piccole imprese, depositari di competenze che fanno grande il fashion made in Italy nel mondo. Ma a soffrire sarebbero anche gli altri settori di punta del nostro Made in Marche a partire dai mobili, alla meccanica» Pertanto per Amaranti e Gasparoni «è necessario sostenere con interventi pubblici la ricerca di nuovi mercati e nuove commesse, per mantenere l’occupazione e superare questa fase di estrema difficoltà».
www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2025-02-05 17:35:25 da
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