Calcio, Serie D. Pinna si prende l’Albenga a suon di gol: “Possiamo fare un grande campionato, i tifosi la nostra forza”

Calcio, Serie D. Pinna si prende l’Albenga a suon di gol: “Possiamo fare un grande campionato, i tifosi la nostra forza”



Quattro gol in due partite e grandi prestazioni. Albenga è già pazza di Giovanni “Nino” Pinna, a testimoniarlo la standing ovation nel momento del suo cambio contro il Fossano. Mercoledì scorso doppietta e, per non farsi mancare nulla, si è ripetuto contro il Borgaro Nobis regalando altri tre punti alla sua squadra. Origini sarde, ha dapprima militano nelle giovanili del Cagliari, per lui fondamentali per crescere sotto ogni punto di vista, non solo calcistico, poi in Serie D nei gironi G e H si è fatto le ossa per diventare un giocatore a tutto tondo.

Parliamo comunque di un giovanissimo, classe 2001, che ha ancora tutta la carriera davanti per potersi migliorare ed incrementare le sua abilità e, al servizio di Mariotti, per queste prime uscite sembra che possa dire la sua molto spesso.

Ma scopriamo più nel dettaglio i primi momenti del giocatore sardo nella rosa ingauna: “L’ambientamento è andato alla grande, mi sento un giocatore importante ma di giocatori importanti ce ne sono veramente tanti. Siamo una squadra giovane, fatta di buone individualità, possiamo fare un grande campionato“.

L’attaccante inguano ha spiccato nelle ultime due partite segnando 4 gol: “Molte volte si fanno delle grandi prestazioni e non si fa gol, molte altre volte si. A parte questo, il contributo che sto dando e che sta dando la squadra, sono le cose più importanti. E’ fondamentale per i risultati perché comunque siamo secondi in classifica, abbiamo fatto 9 punti in 4 partite. Poi segnare, contribuire alla vittoria e dare quel tanto di fiducia alla squadra per continuare a fare dei buoni risultati è essenziale“.

“Dalle sconfitte si impara”, queste le parole di Mariotti come sua filosofia per migliorare. E per Pinna non possono essere che parole sante: “Sono d’accordissimo. Oltre che il mister l’ha detto il campo, perché poi la prova è stata che contro l’Imperia abbiamo perso la partita 2-0. Per me abbiamo sbagliato atteggiamento, poi comunque è stata la prima partita ufficiale, dovevamo ancora conoscerci meglio. Poi amichevoli ed allenamenti a parte, la domenica è un altro sport“.

“Secondo me abbiamo peccato in aggressività – continua l’attaccante bianconero-, in aspetti importanti che subito contro la Sanremese, un altro derby, sono stati i nostri punti di forza, è stata una grande risposta del gruppo. Sconfitta con il Varese a parte, dove eravamo in difficoltà livello numerico, in un campo difficile, non dico che ci stava la sconfitta, ma per le condizioni in cui ci trovavamo, anche se a me non piace trovare alibi, abbiamo fatto una buona prestazione. Poi ci sono stati due vittorie in cui la squadra facendo sette gol e subendone solamente uno ha dimostrato di avere comunque grande potenziale, grande individualità e ha dato un segnale al campionato, diremo la nostra”.

Un inizio in crescendo, sotto tanti punti di vista: “Siamo partiti ad inizio agosto, poi la squadra si è costruita durante il mese. Abbiamo iniziato con un buon numero di giocatori, poi dopo un periodo dove ci siamo conosciuti meglio si è e si sta creando tutt’oggi un bel gruppo. Siamo molti ragazzi giovani, umili che hanno come unico obiettivo l’obiettivo la squadra. Questa secondo me è la cosa più importante perché poi con l’obiettivo di squadra e con l’unione del gruppo esce fuori il singolo, ed è fondamentale“.

Albenga, un amore a prima vista: “La città e i tifosi mi piacciono tantissimo. Essendo sardo, quando vedo il mare mi sento un po’ a casa, ti fa assaporare quell’aria di serenità, mi ricorda la Sardegna. Cercheremo di creare più felicità, più entusiasmo possibile per cercare di invogliare i tifosi a venire allo stadio, loro sono la nostra forza“.

Le giovanili nel club rossoblù di Serie A, dove si sono formati giocatori del calibro di Barella, Sau, Liverani e molti altri: “Cagliari penso che sia un settore giovanile che ti insegna tanto, soprattutto a livello di atteggiamento. Parte tutto dalle piccole cose, per esempio c’era l’obbligo di studio. E’ importante perchè uno può dire ‘giocherai a calcio come lavoro, cosa ti serve lo studio’, non è proprio il fatto di avere un piano B, è il fatto di avere delle regole.  Avevi orari fissi in cui dovevi stare a casa e, senza motivazione valida, non potevi saltare la scuola, oltre al fatto che anche se ero sardo, vivevo fuori casa ed era ancora più difficile, soprattutto essendo ancora giovane. Queste cose ti fanno capire l’importanza di avere delle difficoltà da ragazzino e nella vita. Un’altra ‘banalità’, che secondo me era importantissima, era che appena arrivavi al campo, ogni persona che incontravi dovevi salutarla con una stretta di mano. Questo mi ha insegnato le regole di uno spogliatoio, di cosa voglia dire condividere una parte della tua vita con un compagno, e quindi a ragionare in modo collettivo oltre ad insegnarmi i valori dello sport. E’ imperativo ragionare così, è questa l’importanza del settore giovanile, che ho a cuore”.

“Poi anche dal punto di vista tecnico comunque ti insegna molto – spiega Pinna -. Ho avuto allenatori a cui sono molto legato, David Suazo e Martino Melis che hanno fatto la Serie A, mi hanno insegnato tanto, soprattutto a livello di tattica individuale che poi ritrovi anche con i grandi”.

Poi le parentesi in Serie D fino ad arrivare nel girone “A”: “E’ la prima volta che gioco in questo girone. Ho sempre fatto il girone sardo-laziale-campano e l’anno scorso ho fatto il campano-siciliano-calabrese, che comunque sono gironi leggermente diversi. Al Sud, come c’è un altro stile di vita, c’è anche un altro stile di vivere, un altro modo di vivere il calcio. C’è un po’ più di agonismo e di cattiveria. Si provano a vincere le partite in altri modi invece che magari tenere la palla a terra e giocare dal fondo. Non è più difficile ma è diverso. Qua si pensa più a giocare a calcio, lo preferisco anche se mi sono trovato benissimo negli altri gironi”.

“Ho fatto due anni i playoff con la Arzachena – continua Pinna -, poi l’anno scorso li abbiamo sfiorati con il Casanova, però diciamo che sono i gironi più complicati da quel punto di vista. Il G e l’H, che comunque è il girone più difficile della categoria“.

In attacco può ricoprire diversi ruoli, dalla seconda punta all’esterno d’attacco. Con Mariotti si trova molte volte a svariare nell’asse offensivo: “Giocando a due in attacco, ogni tanto vado a fare la seconda punta e a volte mi apro e vado a fare l’esterno. Poi il mister magari ci chiede determinati movimenti e di attaccare, magari ti vuole più dentro al campo. Se c’è un giocatore sull’esterno che spinge di meno, chiede a te di aprirti, dipende anche chi hai vicino. Una cosa importante nel calcio è conoscere i propri compagni e adattare molte volte le proprie caratteristiche alla loro come loro viceversa. Così si crea la squadra, ci si muove bene in campo per andare a far gol la domenica”.

Ad Albenga non è l’unico sardo, con cui c’è stata subito una forte alchimia: “Con Pisano c’è subito stata una forte intesa. E’ il nostro capitano oltre ad essere un ragazzo che, come me, viene dalla Sardegna, da Cagliari. L’ho affrontato parecchie volte da avversario, ma non lo conoscevo da compagno e devo dire che è stata una bellissima scoperta. Ha un cuore d’oro, è veramente un piacere stare con lui. Ci conosciamo da un mese e mezzo, ma è come se lo conoscessi da una vita, è come se ci giocassimo da sempre insieme. Con lui ho già instaurato un legame speciale che spero di portare avanti nella stagione“.

Secondo in classifica capocannoneri, ma fare gol seppur bellissimo non è tutto: “L’importante è che la squadra faccia gol, poi se il gol è mio o di un mio compagno, non ci sono problemi. Ho sempre fatto assist, ma se devo essere sincero, l’emozione del gol è l’emozione del gol, ti mentirei a dirti che preferisco l’assist. Se arrivo due contro una davanti al portiere, la palla va sempre a chi è messo nelle condizioni migliori per fare gol, è una regola obbligatoria“.

La squadra e i suoi obiettivi sempre al primo posto: “Non ci penso e non ho mai pensato alla classifica capocannonieri. Penso a dare il massimo contributo alla squadra in modo che vinciamo le partite anche 1-0 e che arriviamo più in alto possibile in classifica“.





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