Caos in consiglio regionale, ad Aguzzi sfugge una battuta omofoba. …

Caos in consiglio regionale, ad Aguzzi sfugge una battuta omofoba. …


ANCONA – Si parlerà probabilmente molto nei giorni a venire del consiglio comunale di oggi, martedì 10 giugno. E di certo non per la stretta attività assembleare. A fare notizia è stata infatti la rissa verbale tra il consigliere Romano Carancini e l’assessore Stefano Aguzzi che si è conclusa in malomodo, con una frase scappata dal delegato di Francesco Acquaroli, bollata dalla maggioranza come una battuta e invece come assai discriminatoria da parte dell’opposizione. Aguzzi successivamente ha anche chiesto scusa per il suo scivolone, sostenendo che non era sua intenzione offendere nessuno. Solo, voleva rispondere per le rime all’avversario politico con cui stava battagliando a suon di accuse e contro accuse reciproche.

Questi i fatti. Il consiglio regionale era iniziato da meno di 15 minuti e Carancini, del Partito Democratico, stava controreplicando all’assessore Goffredo Brandoni con una certa indignazione, dato che la risposta ricevuta alla sua interrogazione urgente non gli era per niente piaciuta. L’esponente del Pd quindi, piuttosto risentito, si è scaldato e ha anche invitato più volte i colleghi a smettersela di parlare. La situazione è però precipitata quando in aula è entrato Aguzzi che, sentiti i toni severi e il tono di voce alto di Carancini, non ha resistito dal chiedere: «Ma chi ha fatto arrabbiare Carancini?».

Caos in consiglio regionale, ad Aguzzi sfugge una battuta omofoba. …Il Dem, come detto già bello caldo di suo, ha sentito tutto e non l’ha presa affatto bene, esplodendo: «Le battute Aguzzi – ha iniziato a inveire – se le può mettere in un posto dove lui ritiene. Non ti puoi permettere. Non te lo puoi permettere. Mettiti seduto. Scorretto. Sei una persona scorretta. Non hai neanche il coraggio di dire che non hai parlato? Vergognati. Prima vieni eletto poi parli. Tu ti devi stare zitto». Aguzzi fuori microfono ha replicato più e più volte a Carancini e, visto il parapiglia in corso, al presidente dell’assemblea legislativa delle Marche Dino Latini non è rimasto altro da fare che sospendere la seduta per 10 minuti.

Nel break si è consumato il fattaccio. Fuori onda, diciamo così, i due hanno continuato a battibeccare e diversi consiglieri presenti in aula, giurano che ad Aguzzi, a un certo punto, sia scappato un «se voi state dalla parte di quelle persone lì, che lo prendono in quel posto, non è che poi lo domandano a me». Affermazione poi condannata come omofoba e discriminatoria da i consiglieri di opposizione progressisti.

Stefano Aguzzi«Sono arrivato da fuori – spiega poco dopo Aguzzi ai presenti in aula – e sentivo urlare forte. Questa non è la prima volta perché è tipico del consigliere Carancini, è il suo modo di esporsi e di parlare. Quindi ho solo chiesto a Brandoni “Chi è che ha fatto arrabbiare Carancini”. Questo è. La sua risposta è stata “Le sue battute se le può mettere in quel posto”. Adesso ditemi voi chi è stato più scorretto. Punto. Basta. Se ho detto qualcosa chiedo scusa».

Anna Casini«Questo è un piccolo parlamento – è il pensiero di Anna Casini del Pd – non una bocciofila. Dobbiamo finircela di essere irrispettosi. Non va quindi bene che un assessore entri e faccia battute».

Matteo Ricci«Parole indegne» le giudica invece il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche Matteo Ricci che poi aggiunge: «Che vergogna le parole dell’assessore della regione Marche Stefano Aguzzi. Una frase discriminatoria e volgare, indegna di chi riveste un ruolo istituzionale. E che conferma, ancora una volta, purtroppo, che oggi chi guida le Marche è una giunta omofoba, da sempre contraria al pride, che insulta in modo inaccettabile gli avversari, offendendo allo stesso tempo migliaia di cittadini e alimentando odio e discriminazione. Le nostre Marche sono una regione aperta e inclusiva. E come ogni anno, anche quest’anno saremo al pride, a celebrare l’amore e sostenere con forza i diritti della comunità Lgbtqia+ e di tutti i cittadini marchigiani».

Diffusasi la notizia, è arrivata immediata anche la condanna di “Arcigay comunitas Ancona”, il “Comitato Marche pride” e “Arcigay agorà Pesaro-Urbino” che «esprimono profonda indignazione e sdegno per la battuta omofoba pronunciata dall’assessore Aguzzi nel corso del consiglio regionale delle Marche di oggi. Tali affermazioni – ritengono le tre associazioni – non sono solo gravi e offensive, ma rappresentano una ferita aperta per tutte le persone Lgbtqia+ che ogni giorno lottano per essere rispettate, visibili e uguali nei diritti, soprattutto alla luce dei numerosi fenomeni violenti che la nostra comunità sta vivendo dall’inizio del 2025».

ArcigayInoltre «queste parole, pronunciate da una figura istituzionale, non possono essere minimizzate o derubricate a semplice ironia. Al contrario esse evidenziano un atteggiamento di disprezzo che è in netto contrasto con i principi fondamentali di rispetto e uguaglianza sanciti dalla Costituzione Italiana. Un linguaggio di questo tipo, da chi rappresenta le Istituzioni, legittima e alimenta atteggiamenti discriminatori, minando il percorso verso una società più accogliente e meno violenta». Infine «ringraziamo i consiglieri di minoranza che si sono spesi affinché venisse riesaminato il diniego di patrocinio al “Marche pride” da parte della Regione e chiediamo all’assessore Aguzzi non solo di scusarsi pubblicamente per quanto accaduto, ma anche di assumersi la responsabilità politica e personale di queste gravi affermazioni» Postilla: «Ci appelliamo inoltre alla giunta regionale e al presidente della Regione affinché prendano una posizione chiara e netta di condanna nei confronti di simili atteggiamenti. Pretendiamo da parte del presidente Acquaroli e della sua giunta un impegno concreto, non solo parole vuote, nella lotta contro l’omolesbobitransfobia e ogni forma di discriminazione. Le Marche meritano rappresentanti che lavorino per rendere la Regione un posto accogliente per tutti e tutte eliminando disparità e prevenendo le discriminazioni e le violenze, non figure che alimentino odio e divisione. Le istituzioni devono essere il baluardo di questa visione, non un ostacolo al cambiamento.
 Anche per questo, scenderemo in strada il 21 giugno 2025 per il “Marche pride” a Pesaro».

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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2025-06-10 18:03:31 da


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