ANCONA – Avrebbe segregato in casa la moglie, privandola di tutto e picchiandola quasi tutti i giorni. Quando la donna è fuggita di casa lui ha fatto denuncia di scomparsa ai carabinieri. La consorte però si era rifugiata in Toscana per non vederlo più e per denunciarlo per maltrattamenti in famiglia. Il marito è a processo davanti al giudice Carlo Cimini e la Procura ieri ha chiesto per lui una condanna di 3 anni. La sentenza è prevista per il 4 marzo. Stando alle accuse la donna avrebbe subito per dieci anni botte, umiliazioni, lasciata senza soldi e segregata in casa a pulire e cucinare per altri ospiti che vivevano nella stessa abitazione. Imputato un 45enne bengalese, difeso dall’avvocato Enrico Alessandrini. Vittima una connazionale di 30 anni che si è trasferita a vivere in Toscana per non vedere più l’uomo che aveva sposato. Non è parte civile nel processo ma è rappresentata come persona offesa dall’avvocato Cinzia Bruschi. La denuncia di scomparsa fatta ai carabinieri risale al 12 febbraio del 2022. La 30enne aveva lasciato l’abitazione due giorni prima, salendo su un treno diretto a Carrara e dove ha trovato aiuto da un amico. Dopo le prime indagini però è arrivata ai carabinieri una mail della donna che affermava di non essere scomparsa ma di essere fuggita da un marito violento che la picchiava quasi ogni giorno e che aveva scoperto che aveva anche una seconda moglie in Bangladesh.
Stando alle accuse mosse dalla vittima, in casa con loro avrebbero vissuto una decina di uomini a cui la donna cucinava e provvedeva alle faccende domestiche. Il compenso di questo lavoro lo incassava tutto il marito. «Mi picchiava con una frequenza di 4-5 giorni a settimana – aveva sostenuto la vittima nella denuncia – mi colpiva con calci e pugni, tirate di capelli, colpi dietro la schiena. Mi urlava di andare via». In una occasione l’avrebbe presa a calci anche nella pancia. Lui avrebbe voluto che la donna tornasse in Bangladesh per fare venire in Italia la seconda moglie. «Mi teneva segregata – aveva dichiarato la donna – senza soldi». In tribunale, sentita in una precedente udienza, aveva riferito anche di un cocktail di medicine che il marito le avrebbe fatto bere con l’inganno «per non farmi fare figli». La 30enne si sentì male e finí in ospedale. Era il 2021. Ma non è stata l’unica volta che avrebbe avuto bisogno di cure mediche. Diversi referti parlano di metrorragia riscontrata (sanguinamento dell’utero) per le lesioni avute. Il 10 febbraio 2022, dopo altre percosse, la decisione di scappare. In casa anche un altro uomo l’avrebbe picchiata. Tutte accuse respinte dall’imputato.
www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2025-02-05 08:17:58 da
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