Elezioni regionali, l’opinione di Laghezza: “Rilanciare sulla strada della concretezza e dello sviluppo”

“L’esperienza di governo del centrodestra in Liguria si è traumaticamente interrotta, negando al Presidente Toti non solo la conclusione del proprio secondo quinquennio, ma anche il quasi sicuro terzo mandato. L’aria che si respira in Liguria, però, dopo mesi di dibattito su giornali e televisioni alimentato da procure sin troppo generose nel far filtrare informazioni, è quella di una polarizzazione del “tifo” fra coloro che sostengono a spada tratta l’esperienza di Toti, ritendolo sostanzialmente vittima di un complotto ordito dalla magistratura ed orchestrato dalla sinistra (scenario che sarebbe gravissimo, al limite del colpo di Stato e che come tale mi sento di escludere) e coloro che, indignati per quanto emerso nelle intercettazioni e nelle carte processuali, vedono nel cosiddetto Totismo una riproposizione in chiave ligure della Milano da bere degli anni ‘80, da condannare e da esecrare.

A differenza però di quanto avvenne a seguito delle inchieste di Tangentopoli, che portarono alla completa disgregazione del sistema politico dell’epoca, Pci e Msi esclusi, non sembra che la vicenda giudiziaria ligure abbia spostato masse ingenti di consenso e quindi di voti, ma abbia semmai radicalizzato le convinzioni degli elettori verso la propria area di riferimento. Per questo chi scrive ritiene che il centrodestra, che negli ultimi anni si è più volte dimostrato maggioranza in Liguria, verrà con ogni probabilità confermato alla guida della nostra Regione.

Tuttavia, ritengo che esista ancora una forte componente di elettorato incerto, che non appartiene alle tifoserie avverse e che attende segnali concreti per schierarsi da una parte o dall’altra. Non si può infatti ignorare il fatto che il recente dato delle Europee, di sostanziale tenuta del centrodestra (a un mese dai provvedimenti della Magistratura) è stato realizzato con una percentuale di astensione del 50%.

Questi segnali, a mio avviso, non possono venire esclusivamente dal nome del candidato presidente, ma dalla capacità degli stessi di proporre con coerenza e convinzione programmi concreti e sostenibili nelle materie fondamentali dello sviluppo economico, delle infrastrutture e della sanità. In questo chi scrive ritiene che il centrodestra, accantonata per un attimo la criticità di quanto avvenuto (che lascia forti dubbi in chi abbia a cuore garantismo e democrazia) abbia suo malgrado una formidabile occasione di rinnovamento delle proprie politiche e della propria azione amministrativa. Se è vero infatti che immagine ed attrattività economica e turistica della Liguria sono indubbiamente aumentate nei nove anni della gestione Toti, è altresì vero che restano irrisolti molti nodi, dal necessario rinnovamento infrastrutturale all’offerta di una Sanità’ che abbia finalmente standard di servizio al livello delle regioni confinanti. Per dar vita a questo necessario rinnovamento, il centrodestra deve conservare l’orgoglio per i propri successi, ma anche avere l’umiltà di riflettere sui propri limiti e sulle opportunità, in tutto o in parte, mancate. Abbassando i toni della comunicazione e puntando su concretezza e qualità dell’azione politica ed amministrativa. In questo percorso, del quale lo stesso Toti potrà essere elemento fondamentale, un confronto alla luce del sole con la società civile e con le associazioni che la rappresentano potrà sicuramente essere utile per meglio comprendere le reali esigenze ed aspettative dei liguri e progettare insieme il necessario salto di qualità, capace di collocare a pieno la Liguria, nei prossimi dieci anni, fra le regioni più avanzate d’Italia e d’Europa”.

Alessandro Laghezza, imprenditore