Gaza: esercito israeliano sequestra navi con aiuti, Conte: “Meloni resta a guardare?”


FOGGIA – La crisi a Gaza continua a scuotere l’opinione pubblica italiana e internazionale. Mentre il conflitto si intensifica, con decine di migliaia di vittime civili e una terra rasa al suolo, cresce il malcontento nei confronti delle risposte ufficiali dei governi europei e italiani.

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha presentato un’interrogazione al Governo italiano chiedendo un intervento più deciso.

“Restiamo a guardare anche oggi mentre Netanyahu sequestra imbarcazioni ed equipaggi che portano aiuti a Gaza,” ha dichiarato.

“La copertura dei nostri Governi a Netanyahu è ormai da tempo una licenza di agire in maniera criminale e indisturbata.”

Le parole di Conte si inseriscono in un contesto di crescente preoccupazione per la mancanza di sanzioni o embargo di armi contro Israele.

Molti critici sottolineano come l’Europa e l’Italia siano ancora troppo tiepide nel condannare le azioni militari israeliane, nonostante le numerose vittime civili e i danni alle infrastrutture.

In particolare, le dichiarazioni del viceministro degli Esteri del partito di Giorgia Meloni hanno suscitato scalpore.

Egli ha definito la situazione come una “guerra di difesa legittima” e ha affermato che “Tel Aviv si muove nel diritto internazionale,” aggiungendo che “organi preposti ci diranno se ci sono stati singoli crimini di guerra.”

Tuttavia, ha anche riconosciuto che “stanno morendo troppi,” lasciando intendere una certa consapevolezza delle conseguenze umanitarie.

Queste parole sono state duramente criticate da molte parti della società civile italiana.

Oltre 300.000 cittadini hanno manifestato nelle piazze italiane, chiedendo un intervento più umanitario e fermo contro le violenze.

“Non ci rappresentano,” afferma un manifestante durante una delle proteste. “Chiediamo azioni concrete come embargo di armi e sanzioni contro chi perpetua queste atrocità.”

Il dibattito politico si infiamma: tra chi sostiene la necessità di intervenire con misure dure e chi invece predica cautela, il senso di urgenza cresce tra la gente civile desiderosa di vedere un cambiamento reale.

Resta da vedere quale sarà la risposta delle istituzioni italiane ed europee nei prossimi giorni.

Intanto, la voce della società civile si fa sempre più forte: giustizia e solidarietà devono prevalere su silenzi complici o ambigui.

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www.statoquotidiano.it è stato pubblicato il 2025-06-09 15:40:49 da Redazione


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