TERMOLI. L’ex sindaco di Torino e ora parlamentare del Movimento 5 Stelle ha presentato in Parlamento una mozione che chiede impegni precisi al Governo anche sulla Gigafactory di Termoli.
«Il settore dell’automotive riveste un ruolo centrale nell’economia italiana, comprendendo tutte le imprese coinvolte nella produzione di autoveicoli, a partire dalle imprese che producono materie prime e macchine utensili, passando per le imprese più strettamente produttive, fino ad arrivare alle aziende che si occupano di imballaggi, trasporto merci e servizi legati agli autoveicoli, e quella dei servizi automotive, con 5.500 imprese, oltre un milione e duecentomila addetti e un fatturato con un’incidenza percentuale sul Pil includendo i servizi, a due cifre; la filiera automotive italiana si posiziona nei segmenti a più elevato valore aggiunto grazie non solo alle eccellenze nella produzione di autoveicoli di alta gamma e di autoveicoli commerciali, ma anche in virtù delle specializzazioni produttive che caratterizzano in particolare i distretti della componentistica; la produzione di auto in Italia mostra scenari inquietanti: da quasi un milione e mezzo di veicoli prodotti nel 1999 si è scesi a 473 mila nel 2022.
Le crisi si estendono e si moltiplicano in tutto il Paese, dall’area industriale di Melfi, Cassino, Termoli e Atessa, alla decisione di chiusura della Marelli a Crevalcore ribaltata grazie alla mobilitazione che ha portato ad un importante progetto di reindustrializzazione, alla gravissima crisi della Lear a Grugliasco; il comparto dell’automotive italiano si presenta articolato e composto da numerose realtà: da quelle specializzate nella produzione di autoveicoli fino alla componentistica, segmento quest’ultimo nel quale le imprese nazionali hanno sempre saputo distinguersi: una filiera produttiva in cui operano 5.439 imprese, risultano occupati oltre 272.000 addetti e che genera un fatturato di poco superiore a 100 miliardi di euro, pari al 5,6 % del Pil nazionale, con un contributo al gettito fiscale per oltre 76 miliardi di euro (dati Anfia 2023); da una ricerca condotta da Cassa depositi e prestiti, Ernst & Young e Luiss Business School, emerge come circa il 20 % del valore aggiunto generato dalla filiera della componentistica risulti fortemente radicato nei mercati internazionali (la Germania resta il primo cliente nell’Unione) e inglobato dai prodotti esportati dagli altri partner commerciali.
Nel 2022, il nostro Paese ha esportato il 12,5 % di tutte le produzioni manifatturiere nazionali, per un valore di circa 73 miliardi di euro e, con riferimento alla sola componentistica per autoveicoli, circa il 21 % per un valore intorno ai quattro miliardi; la situazione di Stellantis è sempre più inquietante: con sei stabilimenti produttivi, la forza lavoro nazionale del gruppo conta circa 40 mila addetti; a partire dal 2015 il personale è diminuito di 11.500 unità, con il costante ricorso agli ammortizzatori sociali tra cassa integrazione e contratti di solidarietà in tutti gli stabilimenti e alle uscite incentivate (3.800 solo nei primi mesi del 2024); l’Italia sta pagando un prezzo molto alto per la presenza di un solo produttore di automobili: la produzione del primo semestre 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023 è precipitata del 30 % e a Torino addirittura del 64 %; la cassa integrazione è in aumento ovunque. il 17 settembre 2024 il Ministro delle imprese e del made in Italy Urso ha reso noto che il Governo ha deciso di spostare su altri progetti i fondi del Pnrr destinati a co-finanziare la Gigafactory di Stellantis a Termoli, annunciata nel 2021.
Risulta quindi evidente l’urgenza di politiche volte a svecchiare il circolante e aumentare l’infrastrutturazione per la mobilità sostenibile, dal momento che la media di colonnine di ricarica ogni 100 chilometri è di 12,3 in Unione europea e in Italia siamo a 7,9; una politica industriale che non contrasta il ritardo e, anzi, in qualche modo lo incentiva rischia, nel corso dei prossimi anni, di aggravare la situazione, mentre sarebbe necessario farsi promotori di un piano per la gestione a livello europeo della transizione ecologica con strumenti comuni e avviare immediatamente una trattativa con Stellantis per salvaguardare l’occupazione e mantenere la capacità produttiva degli impianti, impegna il Governo:
1) a convocare con la massima urgenza il Presidente e l’amministratore delegato di Stellantis per richiamare il gruppo alle sue responsabilità e pervenire ad un accordo quadro sul settore automotive che rilanci un settore in forte crisi e che tuteli l’occupazione;
2) a rendere permanente il tavolo automotive già costituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy e a spostarlo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, allo scopo di mantenere costante il dialogo tra le parti sociali, i rappresentanti delle regioni, le associazioni di categoria, le case produttrici e le istituzioni;
3) ad adottare iniziative volte a condizionare i finanziamenti pubblici alla tutela di posti di lavoro stabili e a tempo indeterminato e, solo successivamente, a varare incentivi pluriennali per l’acquisto di autovetture ibride ed elettriche per riportare il prezzo delle autovetture ad un livello sostenibile per il consumatore;
4) ad adottare iniziative volte a varare urgentemente nuovi ammortizzatori sociali perché le aziende del settore automotive stanno esaurendo le settimane di cassa integrazione e per la necessità di integrare il reddito dei lavoratori altrimenti penalizzati;
5) a esigere che Stellantis porti in Italia la progettazione e la produzione di nuovi modelli mass market affine di garantire il milione di autoveicoli prodotti a più riprese promesso;
6) ad adottare iniziative di competenza finalizzate ad un piano ai assunzioni per determinare e necessario cambio generazionale e fermare la dinamica delle uscite volontarie che stanno svuotando gli stabilimenti; ad adottare iniziative di competenza per delineare un nuovo e solido quadro finanziario volto a sostenere il progetto di Acc per la costruzione della Gigafactory nel sito di Termoli ed ottenere da Acc e Stellantis l’approvazione di un nuovo piano industriale che fissi tempi certi per l’avvio dei lavori, al fine di dare prospettiva ai 2.000 lavoratori impegnati attualmente nello stabilimento Stellantis oltre a quelli dell’indotto; 8) ad avviare ogni iniziativa di competenza al fine di incentivare la presenza nel nostro Paese di almeno un altro costruttore che, nel rispetto delle regole europee e italiane, garantisca un futuro al settore automotive in Italia e che si appoggi alla catena di fornitura presente nel nostro Paese».
A firmarla, oltre alla Appendino, i deputati Pavanelli, Cappelletti, Ferrara, Auriemma, Lomuti, Francesco Silvestri, Torto.
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www.termolionline.it è stato pubblicato il 2024-09-25 11:56:16 da
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