Il 25 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Pasta (World Pasta Day), promossa dall’International Pasta Organization (IPO). Questo iconico alimento, simbolo della dieta mediterranea, è da secoli una presenza fondamentale sulle tavole italiane e viene interpretato in modi sempre più creativi. I cuochi di tutto il mondo si cimentano con condimenti innovativi, esaltando la versatilità della pasta – lunga o corta, secca o fresca, con sugo, pesto o semplicemente in bianco. Agli italiani, però, resta cara anche nella sua forma più essenziale: un piatto di spaghetti con pomodoro e basilico, simbolo di convivialità e di “eater-tainment,” il piacere di condividere un pasto in allegria.
Ormai conosciuta e apprezzata a livello globale, la pasta si adatta a diverse culture e può essere gustata in preparazioni che vanno dalle ricette più semplici a quelle elaborate, con ingredienti di ogni tipo, dalla carne al pesce, dalle verdure fino a versioni sorprendenti come quella con Nutella.
Negli ultimi dieci anni, il consumo mondiale di pasta è quasi raddoppiato, passando da 9 a circa 15 milioni di tonnellate all’anno. L’Italia resta un punto di riferimento mondiale nella produzione, consumo e esportazione di questo straordinario alimento, simbolo di una cultura del buon cibo che riflette passione e benessere. Rosario Lopa, portavoce della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, ha sottolineato in occasione del World Pasta Day quanto questa celebrazione sia sentita soprattutto in Campania e Napoli, dove emerge anche la necessità di combattere l’agro-pirateria. Ben quattro piatti su cinque di pasta “italiana” venduti all’estero, infatti, sono imitazioni, caratterizzate da richiami a elementi italiani senza però alcun legame con il nostro processo produttivo, provocando ingenti danni economici e di immagine.
In Italia, il consumo di pasta supera i 2 milioni di tonnellate, con un valore di oltre 3 miliardi di euro e un consumo annuale di circa 28 kg pro capite – quasi tre volte quello degli Stati Uniti, della Grecia e della Francia, e cinque volte quello di Germania e Spagna. Circa il 48% della produzione nazionale è destinato all’esportazione, per un valore di oltre 2,1 miliardi di euro. L’Italia detiene il 30% della produzione mondiale di pasta e il 75% di quella dell’Unione Europea, con tre piatti di pasta su quattro consumati nel vecchio continente che provengono dal nostro Paese. La tradizione pastaia italiana affonda le radici nel legame stretto tra agricoltori e industria, che hanno reso l’Italia culla della pasta grazie a un territorio unico, tecniche di lavorazione artigianali e la maestria culinaria nel trasformarla in capolavori di gusto.
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