“Il sindaco prenda le nostre difese” (foto)  – Lavocediimperia.it


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Il fronte popolare forte di 214 firme chiede partecipazione agli amministratori, i leader della protesta chiedono tariffe di Rivieracqua differenziate per ambiti. E la vicenda delle bollette “pazze” non sembra poter giungere ad una soluzione tantomeno condivisa nel Consiglio Comunale convocato ieri sera e, causa nubifragio, trasferito nella palestra.

In verità il trasferimento dal cortile della Croce Rossa alla palestra è servito soltanto ad esacerbare gli animi anche perché la sala consiliare era già occupata dai sindaci ponentini per ribadire il loro no al parco eolico.

Ma la gente ha un solo e ragionevole obiettivo. “Ci aspettiamo che il sindaco prenda le difese dei pievesi” dichiara Roberto Cavaletti, uno dei 214 firmatari che hanno chiesto la convocazione del Consiglio come prevede lo statuto per il 10 % degli abitanti. Sembra, insomma, che gli abitanti non si sentano tutelati da chi ritengono abbia l’obbligo. “Mi auguro che venga dalla nostra parte – la speranza di Sara MistriconiFinora ci siamo sentiti abbandonati, non sembriamo considerati”. Le voci degli utenti pievesi si assomigliano, praticamente tutti contestano bollette con importi per 500 euro e più, somme ritenute inaccettabili e senza ragionevoli motivi.

Anche perché, una volta, il centro della Valle Arroscia era ricco di acquedotti e le spese per l’acqua potabile erano notevolmente inferiori. E, aprendo la seduta, il sindaco Enrico Pira tocca un nervo scoperto. “Da due mesi – ricorda – sono aperti questi temi ma quanti di voi hanno potuto scegliere di aderire a Rivieracqua?” Nessuno è la risposta ovvia. “Certo – sottolinea ancora il sindaco – Perché nella seduta consiliare del 9 maggio 2022 Walter Ferrari, allora in maggioranza, aveva ammesso che non era possibile non aderire”.

Lo stagno che, già tranquillo non era, è ancor più agitato e tre “portatori” della protesta si prenotano per intervenire su invito del sindaco. “Si dice che i comuni non hanno voce in capitolo su questo settore – contesta Michele Patrone Invece la legge 152 del 2006 si esprime sui controlli assegnati alle amministrazioni comunali anche per i servizi dati a consorzi e permette tariffe differenziate“. Tocca poi a un ex-sindaco contribuire alla causa delle bollette esagerate. “Sono state recapitate bollette con aumenti folli – è l’esordio di Renzo BrunengoNon possiamo accettare che la Valle Arroscia, già depauperata di tanti servizi, adesso sia privata anche dell’ultimo servizio, quello dell’acqua: i debiti di Rivieracqua non sono nati a causa degli acquedotti di Pieve di Teco. Adesso rivolgiamo un appello al sindaco e ai consiglieri perché vengano assegnate tariffe differenziate per bacini di utenza”.

Il classico sasso nello stagno che provoca la reazione di Enrico Pira. “Dissento da alcune affermazioni appena ascoltate – contesta il sindaco – Qui vicino avremo una struttura ospedaliera con la presenza di personale medico, del 118 e siamo in trattative per avere parte di un polo universitario: mi sembra che parlare di perdita di servizi sia fuori luogo”. Una piccola deviazione che riprende subito il suo corso non appena il microfono viene passato a Walter Ferrari.Credo che, dopo due mesi il malcontento sia palpabile – avverte l’ex consiglieree penso che l’attuale amministrazione si sia resa conto che le tariffe non sono eque e, per questo, ci saremmo aspettati un’iniziativa del Comune per la tutela degli utenti pievesi. Non c’è stata mentre non si capisce per quale motivo non siano possibili tariffe differenziate per ambiti”.

Ecco, è quella la domanda su cui si impernia tutta la questione. E le voci del pubblico e non solo si affannano su questo elemento. “In Italia esistono numerosi casi di tariffe differenziate per bacini territoriali – precisano Ferrari e PatroneIl mandato del sindaco doveva essere quello di votare contro la tariffa unica”. Un tasto che obbliga l’intervento di una tecnica dall’indiscutibile esperienza. Cecilia Brescianini è sub commissario ad acta presso la Provincia di Imperia per quanto attiene le funzioni di ente di governo dell’A.T.O. Ovest per il servizio idrico impiegato.

“Le tariffe diverse erano possibili nelle more della convenzione con Rivieracqua fino al 2018 – spiega Brescianini Dal 2019 sono derivanti da atti monocratici del commissario ad acta: la tariffa è unica, le altre, erano 376, sono state assorbite da Rivieracqua”.

Una sentenza che non convincerà la protesta ma che appare come l’atto di morte delle promesse. Ne rimane una, ammesso e non concesso che sia gradita. “C’è tempo otto settimane per respingere il pagamento delle bollette – spiega Luca Bracco, responsabile commerciale di Rivieracqua – E dopo per chiedere all’azienda la rateizzazione dell’importo ritenuto esoso”. 





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Ino Gazo

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