Irene Maiorino, da L’amica geniale a La scuola – Notizie


(di Francesca Pierleoni)
Aver dato volto a Lila nell’ultima
parte della serie L’amica geniale, dai bestseller cult di Elena
Ferrante, “è un’esperienza che continua ad avere un’eco molto
forte e per me è bellissimo. Ho avuto modo di incontrare anche
ragazze messicane, indiane, che mi hanno parlato delle loro
nonne e di come vedendo la serie avessero trovato qualcosa che
si agganciava alla loro identità, nonostante sia apparentemente
qualcosa di legato al territorio. C’è una sorta di espansione
che definirei animica del racconto”. Lo dice all’ANSA, parlando
degli impegni degli ultimi mesi, Irene Maiorino, prossima
madrina della 17/a edizione del Festival Marateale – Premio
Internazionale Basilicata (22- 26 luglio), presentata a bordo di
un Frecciarossa tra Roma e Maratea.
L’attrice è tornata da poco dagli Stati Uniti: l’8 maggio è
stata protagonista alla Casa Zerilli Marimò della New York
University dell’incontro Essere Lila – Voci di donne tra
ribellione e silenzio nel sud dell’Italia: “Lila è un
personaggio libero, indefinibile, ed appartiene anche alla
fantasia di Elena. In qualche modo è veramente un archetipo
femminile, questo la rende trasversale, oltre il tempo”
aggiunge.

   
Ora Maiorino è impegnata sul set de La scuola, miniserie
realizzata da Picomedia per Netflix, che racconta 8 giovani
cadetti dell’accademia militare Nunziatella di Napoli. Stando
alle notizie già uscite, la serie, diretta da Ivan Silvestrini
(Mare Fuori), ha fra gli interpreti principali anche
Massimiliano Gallo e Cristiana Capotondi, è stata scritta da
Ivano Fachin, Giovanni Galassi, Tommaso Matano e Michela
Straniero ed è prodotta da Roberto Sessa. “È un progetto di cui
sono molto contenta, dovrebbe avvicinare molto anche i giovani”
sottolinea l’attrice, che nella storia dà volto a una
vicecomandante. “Per me è una grande sfida approcciare tutto ciò
che concerne il mondo militare, però questo è un personaggio che
porta una grande umanità nel suo trasmettere comunque ai ragazzi
valori che prescindono dalle accademie, dalle scuole, ma che
hanno a che fare più con l’umano”. Questo ruolo “richiama una
disciplina dell’anima, ha una complessità che mi permette di non
cadere nei cliché che possono esserci quando si raccontano i
militari”. Silvestrini poi è un regista “molto dinamico, molto
attivo anche nella comunicazione con i ragazzi. Una cosa
importante, perché loro ormai viaggiano su delle onde di
grandissima velocità”.

   
L’attrice ha in cantiere anche un nuovo progetto
cinematografico e un altro televisivo, “ma è ancora troppo
presto per parlarne” conclude sorridendo.

   

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www.ansa.it è stato pubblicato il 2025-06-09 14:26:05 da


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