Nel nostro Paese le sale
cinematografiche sono passate in pochi anni da 2700 a poco più
di mille, con una perdita grave di luoghi di forte identità
culturale, di aggregazione e di socialità urbana. E, in alcuni
casi eclatanti, con rischio di perdita di veri e propri
“monumenti del moderno”, precludendo per sempre alle future
generazioni di poterne ammirare l’arte e il genio architettonico
e strutturale di opere per l’epoca inedite ed ardite. L’allarme
arriva da Italia Nostra che cita il caso di Roma, capitale
nazionale del cinema, ma anche dei “cinema”. Sale tra le più
belle del mondo, vere opere d’arte architettonica e
ingegneristica, progetti e realizzazioni di mostri sacri della
architettura novecentesca: Luigi Moretti, Adalberto Libera,
Riccardo Morandi, Marcello Piacentini, Giorgio Calzabini,
Innocenzo Sabatini, Eugenio Montuori, per citarne alcuni.
Italia Nostra ha raccolto i pareri di esperti, che hanno
permesso di confrontare la situazione delle sale
cinematografiche in Italia con quella della vicina Francia, la
quale, a fronte di una gente comparabile, ha quasi il
triplo degli spettatori in sala rispetto al nostro paese. Frutto
– spiega Italia Nostra – di una politica che pone al centro
l’eccezione culturale come perno. Con una regolamentazione sulle
“finestre”, il periodo di tempo che deve trascorrere tra
l’uscita in sala di un film e la possibilità di visionarlo sulle
piattaforme, che va dai 15 mesi per Netflix ai 17 mesi per
Disney e valori più alti per le altre piattaforme. Elemento
fondamentale per garantire un alto numero di spettatori nelle sale.
Italia Nostra lancia la sua proposta per la tutela e il
rilancio della sale cinematografiche di tutta Italia:
accogliere ogni ispirazione utile a livello normativo ed
organizzativo dal sistema francese che consente di avere il
numero di frequentatori della sale triplo di quello italiano;
promuovere la tutela e rifunzionalizzazione delle sale decisive
con il mantenimento della destinazione di spettacolo per la
comunità, allargandola a tutte le funzioni correlate, quali
sale da ballo, parcheggi sotterranei sotto le sale, ove
tecnicamente realizzabili, sale multimediali, laboratori e sale
di comunità aperti al pubblico ed ogni altra funzione che renda
sostenibile la gestione economica, con generalizzati incentivi
di defiscalizzazione e trasferimento dei ricavi delle attività
più lucrative a quelle di indispensabili presidi di cultura e
socialità.
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